L’infaticabile dottoressa Gina in aiuto di tutti

Il 16 dicembre nell’Aula magna dell’Università di Medicina di Brescia si è tenuta l’assemblea annuale dell’Ordine dei Medici. E fin qui potrebbe non esserci alcuna necessità di rilevare quanto accaduto. All’interno dell’evento, però, è successo qualcosa che mi ha coinvolto a titolo personale. È stato conferito un riconoscimento alla carriera alla dottoressa Gina Gregorini, nefrologa dell’Ospedale Civile di Brescia, della quale risulto essere nipote acquisito, visto che trattasi della zia di mia moglie. È qui lei mi potrà dire che sto cercando di utilizzare un mezzo pubblico a scopo privato... In realtà mi sono permesso di scriverle questa lettera perché credo che la zia Gina rappresenti per la comunità bresciana, e non solo, un’eccellenza nel suo campo. Io la Gina la conosco da quasi venti anni, ma solo il 16 dicembre, durante la cerimonia, ho scoperto, tramite le parole di presentazione spese per lei dalla professoressa Tincani e dall’ex primario del reparto di nefrologia dell’Ospedale Civile di Brescia, nonché suo mentore, professor Maiorca, quanto valore professionale e quale eccellenza si celasse dietro quello scricciolo di poco meno di un metro e cinquanta che non toglie il camice nemmeno per andare a dormire. In dieci minuti ho scoperto, perché lei non lo hai mai raccontato, i rilevanti contributi alla ricerca internazionale e le sue cariche di rilievo in associazioni internazionali. Ma il vero tratto distintivo è un altro... Se le dovesse capitare di passare dal reparto di Nefrologia e dovesse cercare la Gina (si sbrighi perché tra quattro mesi andrà in pensione) le verrebbe risposto di fermarsi dove vede la fila di persone sedute in corridoio che aspettano di essere visitate. C’è un pellegrinaggio costante, silenzioso e pieno di speranza che fa ormai parte dell’arredamento del reparto. Ammalati che aspettano, che non si lamentano, che sussurrano le loro speranze e le loro paure al vicino di sedia, ma che condividono una certezza: la dottoressa Gregorini, prima o poi, certamente li visiterà. Sì, perché la Gina li visita tutti, anche fino a notte tarda, senza mai chiedere alcun compenso. E, particolare degno di nota per chi di professione fa il medico, salva le vite. Sono certo, infatti, che tra i suoi lettori ci sia qualcuno che leggendo questa lettera si rallegrerà sapendo che a quell’umile scricciolo che ha atteso per ore per una visita, è stato finalmente conferito il giusto riconoscimento. E, mi perdoni, in anni in cui si fa particolarmente attenzione alle doti manageriali dei nostri medici, che devono far quadrare i conti dei reparti degli ospedali, a me fa ancora piacere ricordare che ci sono dei medici che mettono al centro della loro vita il loro paziente con la loro competenza, la loro dedizione incondizionata, la loro sensibilità e la loro passione. La dottoressa Gina Gregorini è una di queste.
// Massimo CarrozzoBrescia
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