«Lezioni» dal mio primo colloquio con i professori

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La mia prima volta ai colloqui di mio figlio. È tempo di colloqui, quest’anno sono andato anch’io, per aiutare mia moglie ci siamo divisi i professori e quindi le code. Non ero mai stato ai colloqui e dopo aver letto il nome del professore, mi metto in coda come tutti gli altri. Mi accorgo che quando arriva un altro genitore esclama: «Chi è l’ultimo?». Succede però che tutti chiacchierano e quindi c’è un bel casino e poi ci sono varie file di altri professori che s’intrecciano fra loro, questo crea delle discussioni e mi chiedo come non si possa organizzare meglio l’attesa di sentire un professore che fra l’altro non ha delle belle cose da dirmi. Allungando lo sguardo all’inizio della lunga fila vedo una ragazza, di terza-quarta liceo, sdraiata per terra, con dei jeans alla moda tutti strappati, che, spalle al muro, ripassa dei libri e ogni volta che esce un genitore, esclama al primo della fila: «Può passare lei perché la mia mamma non è ancora arrivata». Ho capito tutto e il sottotitolo del film sarebbe: «Come i genitori insegnano ai loro figli a fare i furbi già a scuola». Ma questa cosa sembra sia normale «si è sempre fatto così» mi dicono. Per cui ci sono genitori che si portano i parenti e li smistano nelle varie code così quando arrivano hanno già il posto pronto: notare che in una fila c’era una bambina di otto anni! Il mondo è dei furbi. Sarebbe meglio insegnare ai figli a sacrificarsi dando il buon esempio. Per quanto mi riguarda, penso che in futuro opterò per i colloqui a prenotazione.

// A. G. Gentile lettore, intanto un plauso per essersi alternato con sua moglie nei colloqui con gli insegnanti. Si è genitori - padre e madre - in coppia e la condivisione del percorso, quello scolastico incluso, dei propri figli è sempre un fattore fondamentale per gli stessi ragazzi. Quanto alla situazione dai lei vissuta, credo che con i colloqui su prenotazione si siano fatti passi in avanti importanti nel valorizzare un momento centrale nel rapporto tra famiglie e scuola, già di per sé complicato. Ne restano molti altri importanti da compiere, stando al suo racconto che è corroborato anche da esperienze di altre famiglie in diverse scuole. Questi incontri meriterebbero un’attenzione e una cura speciali anche come contesto in cui farli svolgere. Non è mai troppo tardi perché le istituzioni scolastiche ne prendano atto e per quanto possibile intervengano. (g.c.)

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