L’esame di inglese alla Cattolica è a norma di legge

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Abbiamo letto la lettera di un gruppo di studentesse della Cattolica che è stata pubblicata sabato 1 ottobre, in merito alla quale ci preme chiarire alcuni elementi utili alla comprensione della questione. Gli studenti iscritti a Scienze della Formazione primaria, per poter conseguire il diploma di laurea magistrale, devono dar prova di un’avanzata conoscenza della lingua inglese. A questo riguardo il legislatore prescrive una formazione di Livello B2 (DM 249/2010), che si raggiunge attraverso il superamento di prove relative sia alla conoscenza della lingua inglese sia alla relativa metodologia d’insegnamento. Tali prove prevedono anche la somministrazione informatizzata di quesiti secondo una prassi ampiamente diffusa in tutti gli atenei. Ad oggi non sono state rilevate anomalie tali da falsare l’esito della prova. Un percorso certamente non facile, ma che assicura una buona formazione linguistica alle future insegnanti. Queste, infatti, dopo aver conseguito la laurea, potrebbero essere chiamate a insegnare le lingue straniere nella scuola dell’infanzia e nella scuola primaria, la qualcosa - è bene sottolinearlo ancora - richiede adeguate conoscenze culturali e competenze metodologico-didattiche. L’Università Cattolica è da sempre aperta al dialogo con i suoi studenti e anche in riferimento alla difficoltà messa in luce dalle studentesse ha da tempo avviato incontri e stabilito rapporti con alcune di esse al fine di risolvere nella maniera migliore il problema. Sulla base di tali presupposti, era stato comunicato alle medesime studentesse, prima della pubblicazione della lettera sul Giornale di Brescia, la disponibilità ad un incontro che, ne siamo convinti, se si potrà effettuare, permetterà di chiarire le perplessità segnalate.

// Luigi Pati
Preside facoltà di Scienze della formazione

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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