Legittima difesa, armi in casa e sicurezza

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Ho letto attentamente l’articolo sul nostro GdB ed anche se in buona parte condivido quanto scritto dal dottor Panarari, vorrei esporre la mia opinione. Premetto che purtroppo ho già avuto l’esperienza di una devastante visita dei ladri a casa mia e vedendo le condizioni al mio ritorno non è stato sicuramente piacevole e per fortuna non eravamo in casa al momento del furto. I risultati delle indagini poi ovviamente non hanno portato a nessun buon risultato per trovare i colpevoli… Non ho nessuna intenzione di armarmi e nemmeno desidero che l’Italia diventi come l’America che viene sempre presa come esempio, e mi chiedo perché non poter essere come la Svizzera? Io non solo desidero ma pretendo nel modo più assoluto che nessuno possa entrare in casa mia per nessuna ragione e nel momento stesso che oltrepassa questo confine, deve sapere che viene considerato a tutti gli effetti un ladro, un malvivente, un delinquente o qualsiasi altro nome gli vogliamo dare, e di conseguenza deve sapere che questo comporta dei rischi che possono portare anche alla sua morte. Dai soloni della politica o da molti filosofi si continua a parlare di umanità, di dover valutare le loro effettive intenzioni oppure se hanno armi vere o armi giocattolo… prima di reagire, quindi praticamente loro sono liberi di massacrarmi di botte o liberi di sparare alla mia famiglia… senza chiedermi se io sono d’accordo… mentre io prima devo verificare le loro intenzioni? Ma siamo tutti diventati matti per caso? A parte poi che la Magistratura faccia vedere troppe volte cose assurde che portano a pensare che vengano difesi meglio i malviventi di chi è stato derubato. Come si fa ad accettare l’idea che chi ha subito un furto ed ha reagito magari anche uccidendo il ladro… debba risarcire i familiari del ladro? Faccio un esempio. Se dei malviventi sanno che una abitazione o negozio o altra attività ha installato un impianto di allarme, o delle barriere antiintrusione o dei cani di guardia o qualsiasi altro sistema di sicurezza, molto probabilmente cercheranno altri posti dove tentare il furto non credete? Ritengo quindi che se i ladri sapessero che in ogni abitazione ci possa essere un’arma a difesa e soprattutto che vige l’assoluto divieto di oltrepassare quel confine e che oltrepassandolo sarebbero sicuramente in pericolo anche di vita e che non troverebbero nessun magistrato che lo possa difendere… forse, e ripeto forse, ci penserebbero un po’ di più. Per ultimo io nella mia proprietà sono assolutamente libero di fare ciò che voglio e di comportarmi come meglio preferisco e anche difendermi con qualunque mezzo possibile, quindi anche con le armi.

// Felice Pelloni
Brescia
Gentile lettore, meglio chiarire subito che anche nella proprietà privata i comportamenti delle persone, ancorché legittime proprietarie, restano soggetti alle leggi dello Stato, almeno in questo Paese. È assolutamente giusta la pretesa di potersi sentire sicuro in casa propria, ci mancherebbe altro. Ed è perciò legittimo chiedere ad autorità e istituzioni preposte un impegno serrato per garantire la sicurezza dei cittadini nelle loro abitazioni ma anche all’esterno. Resta tutto da dimostrare invece l’effetto deterrente di una maggior facilità nell’avere il porto di una o più armi, e nel poterle poi usare in casa senza restrizioni. Negli Stati Uniti l’accesso pressoché liberalizzato alle armi non ha di fatto abbattuto il numero di rapine e di reati contro il patrimonio. Doversi guardare le spalle oltre che dai malviventi, anche da un’eventuale folta schiera di aspiranti «sceriffi-fai-da-te», sulla loro proprietà e magari anche al di fuori, non mi rassicura per nulla. Concordo in pieno con il nostro editorialista: per una maggior sicurezza si deve puntare ad un’alleanza attiva, a una più stretta collaborazione (quindi, detto per inciso, anche ad una minore omertà) tra società civile e forze dell’ordine, tra cittadini e professionisti della sicurezza, nel presidio del territorio. Anche aumentando gli agenti sul campo. Infine, procedimenti giudiziari più veloci e maggiore certezza della pena comminata sarebbero, ne sono convinto, un’arma con effetti deterrenti più «esplosivi» di un colpo in canna, per combattere la criminalità comune che assedia e rovina troppo spesso la nostra quotidianità. (g.c.)

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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