«Le vite degli altri»: i miei studenti mi scaldano il cuore

Ho fatto vedere a scuola il bellissimo anche se impegnativo film «Le vite degli altri»: a tema lo Stato totalitario e la libertà di pensiero nella Ddr, la Germania guidata da un regime comunista: ieri per me, anni luce per i miei allievi. Classe non molto attenta (rischio sempre ma secondo me ne vale la pena). Alla fine scrivo alla lavagna questo: «La dittatura può costringere la libertà ma non potrà mai distruggere il desiderio di bene nel cuore dell’uomo». Prof, dovrebbe scrivere un libro, dice qualcuno della zona «simpatici lazzaroni». Il mio libro siete voi, penso io... Grande protagonista, dico poi, (convinto che nessuno ascolti) il poliziotto implacabile che alla fine, spiando le sue vittime, ritrova la sua umanità fino a sacrificare la carriera per salvarle. Mi devo segnare il numero di matricola che l'artista da lui salvato usa come dedica del suo libro nella Germania libera, dico mentre scorrono i titoli di coda... «HG W 22 - 7» dice una voce di ragazza nel primo banco. Ringrazio e mi si scalda il cuore: credo si chiami Scuola.
// Stefano Bolla (HG W 22 - 7)Iis Vincenzo Capirola
Gentile professore, è sempre un piacere registrare quando i ragazzi ci sorprendono. Perché, riconosciamolo, ci sanno sorprendere più di quanto noi pensiamo. Quindi, coraggio: sfidi anche l’eventuale impopolarità di proporre ai suoi studenti cose «impegnative», stia al loro fianco nel percorso formativo ma osi seminare… La scuola non dovrebbe fare proprio questo? (g.c.)
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