Le passeggiate nella piana del Gaver

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La primavera sulla piana del Gaver sta arrivando. Passeggiando tra i pini del bosco la si può vedere. I sensi la percepiscono. La neve ormai a macchia di leopardo timidamente si ritira per scomparir sotto terra.
Prepotenti margherite hanno già conquistato il loro posto al sole. L'acqua del torrente allegra più limpida che mai saltella tra una pietra, un sasso e una radice di pino.
I sentieri che dalla neve eran coperti riaffiorano pronti ad accogliere le genti di montagna. Sul fondo, guardiano da sempre c'è un vecchio signore dal nome Blumone, che come un vecchio nonno saggio, con mantello scuro sulle spalle e ciocche di capelli lunghi argento bianchi cascanti sulle spalle, ci controlla senza mai perder pazienza.
Il rispetto è d'obbligo, lui è il più antico della valle, al vecchio saggio gli si dà del lei, e quando l'animo ce l'ha sereno, lui si lascia calpestar pur sempre con riguardo.
Ai suoi piedi un rifugio, il Tita Secchi, già il suo nome la dice lunga, all'interno un gestore dalla faccia un po' da burbero ma dai modi gentili, par esser nipote del saggio.
A fianco del rifugio un laghetto dall'aspetto glaciale primitivo, anche lui dal sapore antico. Ancor più a valle, sempre di sentinella ci son le marmotte, che avvisando il grande vecchio chiedono per noi un lasciapassar...
Alessandro Piotti
Ghedi

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