Le liste d’attesa interminabili sono una vergogna

Lettere al direttore
Lettere al direttore
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L e settimana scorsa, mentre ero ricoverato in Ospedale, ho letto l’articolo del suo giornale, in cui si scriveva a quanto ammonta la spesa che i bresciani sostengono, per curarsi privatamente viste le liste di attesa interminabili: 960 milioni di euro all’anno. Indebitandosi per almeno 47 milioni. Una cosa vergognosa, pensando a quanti non disponendo di soldi, rinunciano alle cure con le conseguenze del caso, aumentando il carico degli Ospedali che devono intervenire quando la persona si aggrava. Da mesi sto facendo una battaglia per far valere quello che è un diritto dei cittadini, e cioè fare applicare alle strutture sanitarie la Delibera della Regione Lombardia n. XI / 1865 del 9/7/2019, che le stesse fanno finta di non conoscere e non la applicano quando un cittadino chiede una prestazione. La Delibera prevede che al massimo, con una categoria di priorità «P» (programmabile) indicata dal medico sulla ricetta, i tempi di attesa devono essere di 120 giorni (in precedenza erano 180). Dal luglio scorso ho aperto un indirizzo di posta elettronica, per consigliare i miei concittadini su come far valere i propri diritti. Io personalmente per una visita fissatami a gennaio 2025, ho ottenuto l’anticipo a marzo 2024 .
Lettera firmata

Carissimo,

un rilievo in premessa, senza offesa: la battaglia che conduce è assolutamente meritoria. Perché allora chiedere che non venga pubblicato il suo nome, volendo che sia riportato soltanto «lettera firmata»?

Non avendo da vergognarsi alcunché e non essendoci timore di ritorsione alcuna - se ci fosse, avremmo poco da scherzare: si chiamerebbe vivere in un regime o una dittatura - perché farsi scudo dell’anonimato?

Lo scriviamo con rispetto e stima.

Color porpora dovrebbero diventare coloro che in barba a regole e soldi dei contribuenti permettono che un diritto diventi un terno alla lotteria, mentre chi conduce una lotta nobile e giusta non deve temer nulla.

Parentesi chiusa.

Detto ciò, ci rendiamo conto di aver risposto già nella premessa: quello della sanità è un problema rilevante e che si debba aspettare le calende greche, confidando che capiti un miracolo o che si trovi una scorciatoia, è inaccettabile.

Quando finiremo di affrontare la questione dividendoci tra destra e sinistra e discuteremo non per difendere una posizione, bensì per trovare una soluzione, saremo già a metà della strada giusta. (g.bar.)

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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