Le diversità sono un valore (solo sulla carta)

Lettere al direttore
Lettere al direttore
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Sono la madre vedova di un ragazzo disabile che frequenta il liceo a Desenzano del Garda. Mio figlio, diagnosticato con la sindrome di Asperger e plusdotato, è tutelato dalla Legge 104. Nonostante le difficoltà, ha concluso l’anno scolastico con ottimi voti, dimostrando grande impegno e capacità. Tuttavia, ho riscontrato numerose problematiche all’interno dell’istituto. A fine quadrimestre, alcuni professori hanno tentato di far cambiare indirizzo a mio figlio, sostenendo che il liceo non fosse adatto a lui con un Pei (Piano Educativo Individualizzato) semplificato, implicando che non avrebbe ottenuto un diploma regolare. Questa insistenza ha causato notevole stress a mio figlio, compromettendo il suo benessere. Alla fine dell’anno scolastico, alcuni genitori hanno espresso perplessità e richiesto un incontro con la dirigente scolastica, manifestando la volontà di non avere un insegnante di sostegno in classe, sostenendo che la sua presenza disturbi la tranquillità dei propri figli. Questo comportamento è chiaramente discriminatorio e rappresenta una forma di mobbing nei confronti di mio figlio, che viene emarginato a causa della sua disabilità. Chiedo quindi pubblicamente che si intervenga per garantire un ambiente scolastico inclusivo e rispettoso per tutti gli studenti, senza discriminazioni, e venga resa pubblica questa situazione. Mio figlio mi hanno riferito, è il primo studente con questo profilo che frequenta questo liceo. È fondamentale che la scuola si impegni a sensibilizzare docenti e genitori sull’importanza dell’inclusione e del rispetto delle diversità, affinché situazioni come quella di mio figlio non si ripetano.
Una madre preoccupata

C

arissima,

di questi tempi ogni giorno o quasi riceviamo lettere del tono della sua, che raccontano le difficoltà di un alunno, di una famiglia.

Se non le accantoniamo, ritenendo di aver già risposto una volta per tutte, è perché siamo convinti che ciascuna di queste storie, di queste sofferenze, meriti la nostra attenzione e prima ancora la possibilità di sfogo, da parte di chi le vive.

Sul suo caso specifico altro non sapremmo cosa dire, fidandoci di lei, del suo resoconto, ciecamente, anche se ogni vicenda ha il suo dritto e il suo rovescio e solo tutte le campane danno l’armonia di un concerto.

La lezione che oggi possiamo trarne è che un conto sono gli intendimenti di principio, l’invito alla sensibilità, al rispetto e valorizzazione della diversità, all’inclusione, un altro è quando dalle parole si passa al caso concreto, con tutte le difficoltà, le contraddizioni, le prove ardue, gli inciampi.

Un’esperienza che lei ha vissuto sulla sua pelle e per cui portiamo rispetto, permettendoci di distillare ciò che resta di positivo da tali fatiche e mortificazioni: suo figlio «ha concluso l’anno scolastico con ottimi voti, dimostrando impegno e capacità». In mezzo a tante ombre, non scordiamoci del sole. (g. bar.)

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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