Lavoro domenicale da opportunità a imbarbarimento

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Ho letto diverse opinioni sulle aperture domenicali e da ex manager del commercio vorrei dire la mia. Tutte le opinioni che ho letto hanno un fondo di verità, ma alcune volte, in quanto opinioni, mancano di esperienza diretta. Ricordo che quando cominciammo ad aprire le prime domeniche, i datori di lavoro, per avere presidio domenicale decisero di pagare le ore festive lautamente per invogliare il personale a partecipare. Ai tempi, le domeniche si potevano considerare vendite aggiuntive, per questo le catene di una certa importanza decisero di assumere personale dedicato al lavoro domenicale. Questo sì, era vero incremento occupazionale. Purtroppo ogni bel gioco dura poco, e piano piano le vendite che in un primo tempo erano aggiuntive andarono a rodere quelle settimanali, quindi scontrandoci con il sindacato poco supportato dai lavoratori che non avevano lungimiranza, si cominciò a ridurre il presidio settimanale a favore di quello festivo perché i conti economici stavano andando a farsi benedire. Risultato attuale per fare quadrare i conti? Semplice e inevitabile! Oggi le domeniche non vengono più pagate «lautamente», ma con maggiorazioni paragonabili ad uno straordinario ordinario o anche senza maggiorazioni e per quel personale che lavora settimanalmente sostituendo il riposo festivo con un giorno della settimana. Niente di immorale, vien da pensare, considerati i tanti settori dove le domeniche le lavorano da sempre. Vero! Però vorrei sottolineare che spesso nei settori in cui il lavoro è da sempre anche festivo, ci sono i turni e il turno festivo non ti tocca tutte le 52 domeniche, come invece capita nel commercio dove si lavora sei giorni su sette sempre con lo stesso orario, dove un full-time spesso ha l’orario spezzato, lavorando mattina e pomeriggio con qualche ora di stacco. Queste sfortunate lavoratrici, perché stiamo parlando di una stragrande maggioranza di donne, sono costrette, se abitano lontano dal posto di lavoro, a stare fuori casa dalla mattina alla sera tutti i santi giorni compresi tutti i festivi. Quello che vedo oggi è un imbarbarimento civico a favore dell’utile ad ogni costo, mascherato dal consumismo e dalla chimera del lavoro per tutti, o meglio «pur di lavorare». I centri commerciali danno lavoro e vero, ma non sono sicuro che nel delta tra negozi chiusi e quelli aperti nei centri commerciali ci sia poi grande differenza. Lo vedo dal numero di commesse che lavoravano 10 anni fa e quelle che lavorano oggi nelle filiali che ho diretto. Sono la metà e in qualche caso anche meno... Anche se oggi aprono tutte le domeniche.

// Lettera firmata

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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