Lasciati piangere ma tieni vivo il tuo amore

AA
Non è facile dare la definizione di cosa sia un figlio. Un figlio è innanzitutto la continuità della specie, ma è anche il prolungamento, la proiezione dei genitori. È quella parte di te che speri sia la migliore, è quella parte di te che vuoi che migliori sempre e che riesca ad avere tutto quello che di meglio c’è al mondo. È quel fiore che vedi germogliare e spuntare e poi crescere giorno dopo giorno... Crea gioia per la sua voce, le sue forme, il suo essere, ti crea ansia quando cade, quando piange, quando sta male. Mano a mano che cresce cresci con lui e cambia il tuo rapporto con la vita e con gli altri. Provi a condividere un progetto, il suo progetto e a costruire un futuro che va oltre te stesso. Ma un figlio rappresenta anche un investimento, tu genitore investi su di lui/lei tutto quello che hai, affinché la sua vita sia la migliore vita che si possa vivere. Una comunità senza figli è una comunità destinata alla fine... e quando i figli muoiono la perdita appartiene a tutti. Quante mamme si sentono fallite perché non hanno saputo proteggere i loro «amori» dalla cosa più grande, ma questo non deve sconfiggerci. La rabbia svanirà... il dolore no, quello resta in forma diversa... ricorderai tuo figlio/a proprio perché un figlio/a vive per sempre con noi. Dobbiamo solo stare attente perché spesso la rabbia inaridisce e una mamma che ha perso un figlio/a non se lo può permettere, perché può superare la morte solo se ne intuisce il senso... e so che è difficile... ma non impossibile, Dio ci capisce e ci aspetta. Sa che stiamo soffrendo e ci è più vicino, ci ama ancora di più... perché LUI conosce la sofferenza, ha percorso la strada della croce!!! Come pensi che non conosca la sofferenza? O peggio ancora che tuo figlio/a sia morto/a perché Lui era distratto? No, non credo sia così... aspetta che la rabbia svanisca e riuscirai a sentirlo/a e capirai. Ognuno ha i suoi tempi, il pensiero verso tuo figlio/a resterà per sempre, fino all’ultimo dei tuoi giorni, la mancanza della sua fisicità pure... però, se non subirai il tuo dolore in modo passivo riuscirai a trovare la serenità. Quell’amore particolare che c’è tra una mamma e un figlio/a che non si interrompe mai... neanche con la morte, quel filo d’amore continua, ve lo garantisco io, che lo vivo sulla mia pelle, è uguale a prima, cresce ancora in maniera diversa ma continua; non è fatto più di carezze, di fisicità, ma di sensazioni, si impara ad affinare altri canali, come per chi diventa cieco, se il mondo attorno a noi non si vede, non è detto che non esista, il cieco impara a conoscerlo comunque, affinando altri sensi. Ecco è così che capita. Se impari a non farti travolgere dal dolore, allora impari a «sentire» delle sensazioni, delle emozioni che ti danno la certezza di sentire ancora tuo/a figlio/a, l’amore ci viene da Dio, dobbiamo solo ascoltarlo. Non permettere che il tuo dolore diventi fine a se stesso, lascia piangere il tuo cuore quando ne senti il bisogno, tieni vivo il tuo amore con la mente. Non permettere che il dolore uccida la tua mente, ma spera in sintonia con la volontà di Dio e, vedrai il tuo dolore man mano farsi meno amaro, fino a quando riuscirai a pensare a tuo figlio/a con la stessa gioia serena di quando andavi a svegliarlo/a la mattina, lascia che il tuo dolore diventi tenerezza e potrai pensare a tuo/a figlio/a \con la stessa gioia serena che provavi quando lo ascoltavi cantare, lascia che il tuo dolore diventi malinconia e potrai parlare con lui/lei con la stessa tenera partecipazione che provavi quando imparava ad esprimersi. Tutto ciò non richiede solo tempo, ma anche volontà da parte nostra, operiamo sempre nella consapevolezza che nostro figlio/a è con noi, intorno a noi, dentro di noi, e vedremo così che il nostro dolore si farà dialogo, il dialogo si farà conoscenza e la conoscenza diventerà comunione reale e profonda con lui/lei. Nella morte di mia figlia ho scoperto un’AURORA nuova, come se da un bruco fosse spuntato una farfalla, ed è stata lei l’artefice... noi non ci siamo mai lasciate, solo che il nostro rapporto si è trasformato. Perché è certo grazie a lei, alla sua forza, al suo amore se tutto quel dolore non è diventato rifiuto di amore, ma accettazione, speranza di amare... Erroneamente pensiamo che i figli siano nostri, ma quando viene donata loro la vita attraverso noi stessi dobbiamo accettare il fatto che prima o poi dovranno volare via, purtroppo non sempre il volo si limita a questa terra. Lei ha spiegato le ali per incominciare a volare da sola, con coraggio, verso quel mistero immenso che è il cielo infinito, verso quella fonte inestinguibile di gioia e amore che è quel DIO che ci ha dato la vita. Lei mi è sempre vicina ed è lei adesso a prendersi cura di me, ad infondermi forza e coraggio, ad aiutarmi a comprendere che nulla termina su questa terra, ma tutto ha nuovamente e meravigliosamente inizio. È grazie a questa fede che lei adesso mi prende per mano quando gli attimi sembrano giorni, quando i silenzi sembrano disperazione, quando penso di non farcela, lei è qui accanto a me e mi dimostra che non mi ha lasciato, lassù tre metri sopra il cielo, tutto può succedere e me lo fa capire ogni giorno. Un amore così, ti dà la forza di parlare di tuo figlio «quasi» con gioia, di guardare e toccare ancora le cose che facevano parte del suo mondo, nonostante la sua mancanza fisica, diventi ogni giorno più grande e dolorosa. Come è difficile capire parole immense come «per sempre». «mai più», per noi povere piccole formiche, nei giorni meno duri ed anche in quelli che lo sono di più. Perdere un figlio/a è l’incubo, il terrore più grande in ogni cuore di mamma che si fa realtà, il vuoto agghiacciante in mezzo alle nostre braccia, che desiderano cullare e proteggere le nostre creature, la nostalgia, il rimpianto, i sensi di colpa, perfino quelli, per tutto ciò che avremo potuto far meglio. Pensi al loro odore, alla loro pelle che conosci millimetro per millimetro, alla loro voce, i sorrisi, i gesti quotidiani che riempivano la nostra vita, pensi al passato, al presente, al futuro, speri che duri finché non sarai tu ad andartene perché un giorno senza loro ci annienta. Vi voglio bene mamme bellissime, perché abbiamo bisogno dell’amore di tutto il mondo per sopravvivere alla nostra pena, vi ammiro mamme dolcissime, perché il vostro cuore distrutto partorisce ancora pensieri dolci e delicati anziché affogare nella rabbia cieca, vi stimo tanto mamme fortissime, perché siete qua con me a condividere questi momenti della nostra vita, combattendo il dolore che ci vorrebbe annientare e fare addormentare e fuggire dal mondo... vi abbraccio forte mamme ferite, quando contiamo i giorni che mancano alla fine... La mamma di Diletta

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