L’aratro all’Expo, c’è chi parla tanto per parlare
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Mi permetto alcune considerazioni in merito agli articoli di stampa apparsi sui quotidiani locali e relativi all’opportunità o meno di esporre nel Padiglione Italia di Expo 2015 il reperto archeologico dell’aratro conservato presso il museo archeologico Rambotti di Desenzano del Garda. È sorprendente come molte persone facciano affermazioni con l’unico scopo di «dire qualcosa», non importa cosa: l’importante è dire! C’è il consigliere comunale che pur di avere visibilità sui giornali, dopo aver sentito che Sgarbi propone di portare a Expo i Bronzi di Riace, si affretta ad emularlo suggerendo di portare a Milano l’aratro più antico del mondo o almeno una sua copia. C’è chi rivendica la proprietà dell’aratro affermando che appartiene al Comune di Lonato e non a quello di Desenzano perché il Lavagnone, zona del ritrovamento, è anche di Lonato (peccato che sia stato rinvenuto sulla parte di Desenzano). C’è chi afferma che l’aratro va portato a Milano: costi quel che costi! E c’è chi afferma che se l’aratro si rompe, va bè l’aggiustino! (per la cronaca il recente restauro per una crepa è costato 14mila euro! per fortuna finanziati dal Rotary club) e che anche se si rompe cosa ci perde Desenzano? e altre amenità simili. L’aratro non è proprietà né del Comune di Desenzano, né di quello di Lonato: è proprietà dello Stato italiano sotto la tutela della Soprintendenza archeologica ed è affidato al Comune di Desenzano, territorio sul quale è stato ritrovato nel 1978. Opportunamente restaurato è ora custodito nel locale Museo Rambotti, in un’apposita teca e in una stanza opportunamente climatizzata e monitorata al fine di assicurare adeguata conservazione al reperto stesso. L’aratro del Lavagnone costituisce l’elemento identificativo del nostro Museo e, come tale, richiama numerosi visitatori italiani e stranieri. Senza di esso, anche temporaneamente, il museo perderebbe la sua identità e attrattività. La sua fragilità, inoltre, non ne permette lo spostamento, come già ha avuto modo di affermare il Soprintendente regionale ai Beni archeologici e non è, a mio avviso, neppure il caso di riprodurre una copia, che, per altro, già esiste presso il Museo di Trento. Questi reperti archeologici assumono il loro valore se sono contestualizzati in un percorso che ne esprima il giusto significato. Ecco allora che il Comune di Desenzano, in accordo con la Soprintendenza regionale ai Beni archeologici, sta valutando la realizzazione di pannelli, video, fotografie (anche in 3D), dedicate proprio all’esemplare di aratro integro meglio conservato d’Europa e più in generale al sito Unesco «Siti palafitticoli preistorici dell’arco alpino». Inoltre Brescia, Desenzano, Sirmione, Toscolano, Cividate Camuno stanno predisponendo in collaborazione con l’Assessorato al turismo di Regione Lombardia un progetto in rete sugli itinerari della Preistoria da promuovere ad Expo 2015. Expo 2015 è un’occasione e un’opportunità, ma l’obiettivo non è Expo: occorre utilizzare la vetrina di Expo per stimolare la curiosità dei visitatori affinché poi vengano a vedere gli originali nel contesto territoriale. E magari apprezzeranno anche le tante eccellenze che, oltre l’aratro, il nostro territorio può offrire. Rosa Leso Sindaco di Desenzano del Garda
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