L’amore vero esiste: buon compleanno, papà

AA
Caro direttore, tutti i giorni leggo il giornale. Mi piace fermare l’attenzione sull’ultima pagina, questa, dedicata a «noi». Il confronto è importante: c’è chi si lamenta per questioni irrisolte con enti o individui; chi condivide fatti spiacevoli o piacevoli per trovare conforto o sostegno nella consapevolezza di essere letto e, in quell’istante, pensato; chi semplicemente ha bisogno di aprirsi verso l’esterno facendo entrare gli altri nel suo mondo, così, forse per carattere, necessità o per volontà. Mi piace osservare la gente nelle dinamiche normali, quotidiane o straordinarie con le quali si rapporta ai fatti e convengo che fondamentalmente i fatti, le vicende umane, banali o importanti che siano, si ripetono. Siamo noi, uomini comuni ma unici che rendono la «vita viva» attraverso scelte e reazioni differenti. La varietà del mondo si riflette nella nostra unicità. Ancor più, questa pagina, oggi mi piace. Lo scorso novembre ho perso la mia magnifica mamma. Presto, troppo presto. Classe 1956. Dopo un anno di malattia. Ecco una situazione che i lettori del GdB spesso hanno riportato. Solo ora riesco a capire e condividere davvero: il dolore e il bisogno di doverne «parlare» per trovare qualcuno nel quale riconoscere il rispetto, rivedere la dignità, riscoprirsi non colpevoli di scelte obbligate sulle persone che più ami e il non sentirsi in colpa quando tutto finisce, quando tutto tace, quando il tempo riprende il suo normale battere e quando la prima reazione che l’animo e la mente ti suggeriscono è un’amara liberazione. La speranza fa male, annienta. Poi, la confusione. Ci vuole un po’ prima che il cervello metta a posto i tasselli di questo puzzle lancinante. Mio papà, il puzzle ora lo sta ricomponendo con grandissimo coraggio e tanta forza. Con un sorriso spontaneo che ti spiazza. Un anno dedicato completamente a mia mamma. Dalla sera alla mattina la scoperta della malattia (glioblastoma), la scelta di abbandonare il lavoro e di accudire a tempo pieno l’amore della sua vita. Quell’amore che ad un certo punto si trasforma e diviene una imperdibile compagnia e una indispensabile complicità, quell’amore dove l’uno diviene il prolungamento dell’altro, dove ci si confonde e il noi prende posto all’io, tutto d’un tratto viene ferito. Mio papà e mia mamma un binomio perfetto anche nella malattia, sviluppato da mio padre con straordinaria naturalezza, spontaneità e paradossalmente serenità. E adesso è lui a sostenere gli altri con grinta. Oggi, domenica 19 è il compleanno di mio papà. Il primo compleanno. Un compleanno a suo modo speciale, ricco d’affetto, quello della sua famiglia, il mio, un affetto grande che ovviamente non colma. Aiuta. Allora tanti auguri babbo. Scriviamo insieme il prossimo capitolo di questa strana vita. Con tutto l’amore di una figlia. Cin cin ai tuoi splendidi 57 anni, da parte non solo mia, ma sicuramente anche da un luogo che dicono «migliore». Ilaria Ogni commento rischierebbe di infrangere l’intensità e la forza di questa lettera. Solo questo vorremmo aggiungere: grazie di aver ritenuto le nostre pagine degne di ospitarla.

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