La vicenda della Fonderia Guido Glisenti

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Vorrei chiedere ospitalità al suo giornale in merito alla vicenda della Fonderia Guido Glisenti di Villa Carcina, essendo io il firmatario di quell'accordo mi sento tirato in ballo, oggi per effetto della sentenza del tribunale di Brescia questo accordo non deve essere applicato ai lavoratori iscritti alla Fiom-Cgil, che in fonderia Glisenti sono una minoranza.

Vorrei fare un po' di storia o cronistoria rispetto a quell'accordo, dopo la presentazione delle piattaforma per il rinnovo del contratto aziendale atta in maniera unitaria e dopo 80 ore circa di sciopero a sostegno di quella piattaforma, è arrivata come per altre azienda la crisi con conseguente ricorso alla cassa integrazione ordinaria, quelle piattaforma è stata accantonata, dopo varie richieste sindacali di passare dalla cassa ordinaria al contratto di solidarietà, l'azienda chiedeva di fare la cassa integrazione Straordinaria per crisi, si arriva alla definizione di detto contratto di solidarietà, il sottoscritto a questo punto in un incontro ufficiale in Associazione Industriale Bresciana, chiede di tenere conto anche della vecchia proposta sulla piattaforma per il rinnovo del contratto aziendale scaduto trovando in questo disponibilità sia dalla azienda, che dalla stessa associazione, dopo vari incontri e relative assemblee con i lavoratori si arriva al mandato dalle assemblee per cercare di trovare un accordo complessivo sia sul contratto di Solidarietà che sull'accordo aziendale che contiene aumenti salariali per i lavoratori di 1733 a regime sui quattro anni un investimento di 3.000.000 per nuove tecnologie nel biennio 2010/2011 (cosa che mi risulta l'azienda abbia fatto) anche una riorganizzazione del lavoro con recupero di produttività e di conseguente produzione, a questo punto la Fiom Cgil come da tempo sta facendo firma solo il contratto di Solidarietà e non l'accordo aziendale.

A questo punto vengono indette le assemblee dei lavoratori per la spiegazione dell'intera intesa, e il giorno successivo fatto il referendum tra i lavoratori che approvano l'intera intesa con il 57% circa.

Ora vorrei capire come si fa a non ritenere valido un accordo sottoscritto cosi come prescrivevano i vigenti accordi tra i sindacati, a meno di ritenere che il mandato della assemblea dei lavoratori e la maggioranza di chi ha approvato tramite referendum quell'intesa non siano maggioranza, ma minoranza.

Vorrei ricordare, specialmente alla Fiom Cgil che del referendum ne ha sempre fatto una bandiera come fa a non ritenere valido questo accordo e a ricorrere alla magistratura, a meno che quando i referendum si vincono sono validi quando si perdono non sono più validi. Ritengo poi personalmente che quando un sindacato continua a ricorrere alla magistratura per mantenere il suo potere di veto, sia la fine stessa del sindacato, un sindacato contratta e firma accordo o non è un sindacato ma una altra cosa.

Gianfranco Zanotti
Operatore Sindacale
oggi in pensione
 

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