La strana «marcia su Mosca»: e se fosseuna messinscena?

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C’è qualcosa di molto strano nel fatto che i mercenari della Wagner abbiano marciato contro Putin per poi ripensarci e fermarsi e riuscire a creare il primo colpo di stato incompiuto della storia di questo pianeta. Una mossa del genere fatta per l’appunto da mercenari, che oltre a non avere paura di alcun nemico, non hanno scrupoli o pietà umana per la salvaguardia della vita di chicchessia, dà l’impressione di una mossa strategica con ben altri fini, aspettando che i pesci non solo ucraini vi abbocchino. E poi cosa dovrebbe importare delle strategie belliche della Russia, ai mercenari, sarebbe più comprensibile se l’insubordinazione provenisse dai reparti dell’esercito russo. Si tratta senz’altro di una spettacolare messa in scena ma che a ben vedere non ha prodotto alcun danno. E che un effetto consistente lo sta producendo sul fronte opposto mettendo in grande subbuglio tutti i paesi europei, l’Ucraina e la Nato. Non dico sia per convincere il mondo ad avventurarsi verso Mosca, al posto della Wagner, quantomeno per far credere tale ipotesi possibile per costringere ad una controffensiva verso il cuore della Russia, e dare testimonianza di una Russia assediata agli occhi del mondo ed anche del popolo russo. E Dio ci scampi da Putin: per poter dimostrare di essere stato costretto ad una reazione micidiale. E vorrei non pronunciare quella parola più volte scongiurata come «follia nucleare».
Claudio Maffei

Gentile lettore, decifrare esattamente i drammatici avvenimenti di sabato in Russia, con quel che ne è seguito, è difficile per i servizi di intelligence di tutto il mondo, e ancor di più lo è per i non addetti ai lavori. Credo che con il tempo avremo una crescente approssimazione ad una ricostruzione attendibile degli eventi e del loro significato nel contesto di un Paese, che si crede una superpotenza (e in qualche modo ancora lo è, anche per l’arsenale nucleare di cui dispone) ma che sul campo, nella guerra che ha scatenato, ha di fatto subito e sta subendo ancora uno schiaffo pesante in Ucraina. L’unica certezza al momento è che Putin per la prima volta in vent’anni è risultato in evidente difficoltà, e questo segnale è foriero credibilmente di un futuro tutt’altro che tranquillo per lo «zar» oggi al Cremlino. (g.c.)

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