La storia è passata (con i suoi nomi) nella Fossa di Salò

Domenica 4 novembre, festa del S. Patrono, a Salò è stata inaugurata la piazza Vittorio Emanuele II. L’Amministrazione Cipani da anni ha dato avvio ad un programma ambizioso di rivisitazione dell’arredo urbano della città. Ultimo in ordine di tempo è stato quello della Fossa. Il progetto è stato affidato all’arch. De Carli. Grazie all’egregio lavoro di squadra suo e dei tecnici dell’ufficio Lavori Pubblici (cito su tutti l’arch. Gatti e il geom. Del Miglio) e al lavoro puntuale della ditta che ha vinto l’appalto dei lavori, la piazza modernamente riarredata è stata consegnata ai salodiani. Ora finalmente essa è ritornata ad essere, per coloro che ne usufruiranno, salodiani ed ospiti, un salotto nel quale sostare per ammirare il lago o per amabilmente conversare. Le novità salienti del nuovo arredo urbano sono il recupero del sagrato davanti alla chiesa della Visitazione, la realizzazione di una fontana zampillante e la collocazione, nello spazio antistante la Torre dell’Orologio, di una scultura. Si tratta dell’opera dell’insigne scultore salodiano Angiolino Aime, che tra l’altro si è visto assegnare il premio Gasparo da Salò premio che dal 2000, su iniziativa del sindaco Cipani, intende dare riconoscimento a salodiani che hanno dato lustro in Italia e all’estero alla loro città. L’opera raffigura una donna, che per Salò sarà il simbolo della fanciulla dei fiori, ed è stata ispirata dai versi dell’insigne poeta italiano, premio Nobel per la letteratura nel 1906, Giosuè Carducci, che nelle Odi Barbare ha descritto la nostra cittadina. I versi, riportati sulla parete della piazza, così suonano: «Ma incontro le porge dal seno lunato a sinistra Salò le braccia candide, lieta come fanciulla che in danza entrando abbandona le chiome e il velo a l’aure, e ride e gitta fiori con le man’ piene, e di fiori le esulta il capo giovine». Approfitto della ospitalità del Suo giornale per ricordare, come già ha fatto il dirigente dell’Ufficio Cultura dott. Flavio Casali, le diverse intitolazioni che nella sua lunga e gloriosa storia (non dimentichiamo che fu teatro di importanti eventi) essa si è vista assegnare. All’inizio, in forza del fossato che la attraversava longitudinalmente lungo tutta la sua lunghezza, essa era la Fossa (e peraltro tale ancora rimane nel linguaggio con cui è abitualmente citata dai salodiani). All’inizio del XVII secolo, intorno al 1612, essa divenne Piazza Barbara in omaggio al Provveditore Giovanni Barbaro che provvide ai lavori di interramento del fossato. All’epoca del rivoluzionario Bonaparte essa assunse la denominazione di Piazza Luigia. Alla caduta dell’imperatore dei Francesi essa fu semplicemente Piazza Grande e nel 1859, quale auspicio all’Unità d’Italia, divenne Piazza Vittorio Emanuele II. Con l’avvento della Repubblica Sociale Italiana nel 1943 ci fu una nuova intitolazione ed essa fu Piazza Muti. Negli anni successivi alla Liberazione fu trasformata in Piazza Giacomo Matteotti. Con la prima amministrazione comunale dopo la guerra fu ripristinata la precedente intitolazione e ritornò ad essere Piazza Vittorio Emanuele II. Insomma con queste diverse intitolazioni la Fossa ci ha ricordato i diversi periodi storici del nostro Paese.
// Gualtiero CominiConsigliere Comunale di Salò
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