La posta che latita non dipende dal postino malato

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Anche questa settimana non l’ho visto; forse è scomparso. Allora provo a telefonare. Dopo vari tentativi a numeri da cui nessuno risponde - o che se rispondono: non sanno, non è competenza loro, non è loro responsabilità - finalmente un funzionario bendisposto lo trovo. Non è scomparso, assicura, quello, il portalettere è solo ammalato e nessuno lo sostituisce. È gentile il funzionario, e per il giorno dopo mi fa recapitare la posta in arretrato. Ma dei settimanali, in particolare quello con i programmi TV, cosa ne faccio. E sì, gentile Direttore, che i denari con cui ho sottoscritto gli abbonamenti (uno peraltro è costituito da un Vs. dono) erano buoni. Passa un paio di settimane ma la speranza di guarigione del postino sembra vana, la corrispondenza non giunge. Allora ritelefono e il gentile funzionario mi dice che «probabilmente il disservizio dovrebbe terminare con la settimana entrante». Bene! Operazione riuscita. Illuso, tutto come prima: posta lumaca! Ed io che ritenevo quello postale un "servizio pubblico" la cui interruzione rappresentasse un illecito. Però il numero di telefono lo posseggo ancora ed il funzionario, ancora disponibile, mi precisa che sì il portalettere è guarito, ma che il disservizio ora è dovuto a problemi di smistamento, e che spera - ma non assicura - che in una ventina di giorni se ne possa venir fuori. Intanto la posta latita.

// Vincenzo Mainetti
Brescia

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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