La nostra Anto, Mary Poppins attenta e preziosa

Lettere al direttore
AA
In un’epoca in cui la scuola è vista solo come un campo di battaglia dove tutti combattono la loro guerra personale, emergono alcune creature silenziose, e anche un po’ magiche, che stanno nelle retrovie, ma che apportano il loro fondamentale contributo all’interno di un istituto con un pizzico di cuore e fantasia.
Ci stiamo riferendo in particolare alla preziosa collaboratrice scolastica Antonella, la nostra «Anto», per la quale la semplice classificazione di «collaboratrice scolastica» è alquanto riduttiva: che cosa significa esattamente?
Quest’espressione racchiude un insieme di mansioni che vanno al di là di qualsiasi confine semantico. O forse il suo lavoro qualche limite l’avrebbe anche, ma certamente Antonella non si preoccupa di rispettarlo, va estremamente oltre... Lei infatti sembra quasi metaforicamente volare. Ci è sembrato corretto che il suo operare sia conosciuto e ri-conosciuto, affinché possa essere d’esempio per i ragazzi che frequentano la nostra scuola e non solo. I gesti infatti valgono molto più di mille parole, soprattutto per gli adolescenti. Entrare in una scuola e sentirsi accolti come «a casa», è una sensazione che si può solo provare, non spiegare.
Veniamo quindi ai fatti con alcuni esempi. Tralasciando le basi - pulizia impeccabile della scuola, fotocopie perfette, ordine e organizzazione -, «Anto» è il porto sicuro di qualsiasi alunno. È stato preso un brutto voto in una verifica? Abbraccio e coccola da parte sua non mancano mai.
Qualcuno ha un problema, anche di origine personale? Con l’ascolto attento e attivo sa rassicurare e i suoi consigli sono sempre d’aiuto. E se un ragazzo è straniero e non parla la nostra lingua? Antonella capisce tutte le lingue dell’universo e si fa comprendere da chiunque, perché la sua comunicazione è ricca di sguardi, di gesti, di sorrisi, di abbracci. Per questo non ci sono barriere linguistiche che tengano. Se qualcuno dimentica la merenda a ricreazione? Problemi non ce ne sono, «Anto» ha una scorta infinita di cracker, nascosti in chissà quale borsa misteriosa, che quasi ogni giorno dona a chi ne ha bisogno. Per non parlare delle gite... Se un ragazzo ha difficoltà a parteciparvi, lei si interessa in prima persona per non far perdere l’esperienza a nessuno. Compie gli anni un ragazzo, magari appena arrivato in Italia e quindi con maggior bisogno di calore e di affetto? Antonella ha un occhio di riguardo per tutti, soprattutto perché inserisce un ingrediente magico nelle sorprese che organizza: l’amore che viene direttamente dal cuore. E se qualcuno non si sente bene? È certamente sempre pronta ad offrire una bevanda calda con l’aggiunta di cure rassicuranti perché, si sa, «con un pizzico di zucchero la pillola va giù!».
Non è un caso che lo scorso anno gli alunni di terza, in occasione del Natale, le abbiano regalato un mazzo di fiori e una confezione di cioccolatini. Un piccolo gesto che però racchiude un importante significato, soprattutto perché proposto e organizzato proprio da ragazzi adolescenti e tutto ciò non lascia spazio a fraintendimenti.
Ins
omma, Antonella è proprio la Mary Poppins che ci vorrebbe in ogni istituto, quella che permette di volare e di essere felici anche tra i banchi. Oltre allo studio e all’apprendimento, a scuola sono le persone che fanno la differenza, soprattutto quelle come lei che, con un «supercalifragilistichespiralidoso», trasmettono empatia e dolcezza ogni giorno senza tralasciare nessuno. Quindi, a nome di tutti, grazie di cuore «Anto».
Lettera firmata
Carissimi,
un «grazie» proprio a nome di tutti, anche nostro.
Che una Antonella ci vorrebbe - e spesso c’è - in ogni luogo di lavoro, dove i numeri e le prestazioni contano, ma le relazioni, le attenzioni, ancora di più.
E non è un caso, se c’è concesso un pizzico di retorica, che le persone che si distinguono per tale sensibilità e «magia» non abbiano cariche altisonanti, poltrone di prestigio, mostrine sulla divisa o pennacchi al vento. È la grandezza dei piccoli, una qualità che non si acquisisce con i titoli di studio, bensì sapendo stare «accanto» e trasformando ogni sentimento di bontà in gesto concreto. (g. bar.)
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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