La nobilissima qualità della gratitudine
Quest’estate decisi di acquistare un libro, incuriosita dal titolo: «L’Arte perduta della gratitudine». Credevo fosse un saggio, invece mi ritrovai tra le mani un romanzo giallo che, dopo averlo letto, ancora oggi devo capire il nesso tra il titolo e la trama. Il tema resta comunque di grande interesse perché la gratitudine è una qualità nobilissima. Perché dire «grazie» è così importante? Non è così difficile capire che ricevere testimonianze di gratitudine fa bene. Ciascuno di noi ha bisogno del riconoscimento e della stima altrui. Non è altrettanto immediato rendersi conto che anche chi esprime questo sentimento ne può ricavare benefici impagabili. Perché allora spesso troviamo solo il tempo per lamentarci? Anche Gesù si trovò ad affrontare questo argomento, perché dopo aver guarito 10 lebbrosi soltanto uno tornò a ringraziarlo. Lui stesso disse: «Dieci sono stati purificati, non è vero? Dove sono dunque gli altri 9?» (Luca 17:17) Oggi non mi voglio lamentare, bensì ringraziare. Perché sono viva. Sì sono ancora viva! E voglio ringraziare ancora i medici dell’Ospedale Civile di Brescia che grazie a scelte terapeutiche azzeccate hanno permesso questo, cioè di allungarmi la vita. Il dott. Diego Cesare Pezzola per le sue grandi capacità e per il grande cuore che lo contraddistingue. Le mie carissime oncologhe d.ssa Giuseppina Arcangeli e la d.ssa Francesca Consoli, incredibilmente sempre sorridenti nonostante l’ambiente in cui lavorano ogni giorno. La mia adorata psicologa, d.ssa Elsa Cavagna, sempre paziente e disponibile. Grazie ai geniali dott. Lorenzo Calvi, specialista nella cura del dolore di Pavia e il dott. Davide Vitali, chimico farmaceutico di Crema, che mi permettono di sopportare le pesantissime cure. Grazie a tutto il personale day hospital dell’Oncologia. A tutti i miei amici che mi hanno sostenuta e continuano a farlo in ogni modo senza un cedimento. Grazie a tutti, vi porto nel cuore.
// Alessandra Gentile Alessandra, anch’io mi sarei incuriosito di fronte a un titolo sull’Arte della gratitudine… Un’arte se non proprio perduta, almeno latitante anche se spesso su questa pagina approdano lettere, come la sua, di ringraziamento a vario titolo. Siamo a Natale e forse vale la pena di occuparci un po’ di più della gratitudine e scrollarci di dosso il suo opposto, l’invidia. Questo è un tempo perfetto per esercitarci in quest’arte che istituisce un circolo virtuoso di generosità reciproca rigeneratrice. Non tutto è perduto, se lo vogliamo… A proposito: grazie per la testimonianza e il calore delle sue parole, con il più caro augurio per la sua salute. (g.c.)Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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