La musica odierna è solo un rumore volgare e violento

Faccio fatica a seguire le canzoni di ultima generazione. Forse sono all’antica, forse preferisco la melodia rispetto al rumore, forse prediligo il bel canto da una voce artefatta, forse adoro la poesia e non la volgarità, fatto sta che la musica e le voci attuali non le gradisco. Prima di scrivere, ho cercato di ragionarci su, di distinguere la musica dal rumore, ho cercato di differenziare i vari generi musicali e le emozioni che essi generano nel mio profondo. Il suono ha una grande importanza nella nostra vita. Il solo rumore prodotto da un tasto premuto sul Pc comunica al nostro essere tante cose. La musica ascoltata da bambini rimane impressa nella nostra anima per sempre. Pensiamo solo «Alla vecchi fattoria» e proviamo a sostituire i suoi allegri motivetti con: «Sei un assassino, sei una bella tro**, ti voglio far fuori, non ci sta la pistola, casa mia è piena di droga» e capiremo quali danni può provocare l’inneggiare alla violenza e alla volgarità. Penso che la musica partecipi alla costruzione di una identità. Più un genere è armonioso più genererà pace. Più un genere è violento, più creerà violenza. La musica sa gestire e comprendere i vari stati d’animo, pensiamo solo alla musica nei film e di quanto essa sia capace d’impregnare le scene di pathos differenziando i momenti tragici da quelli comici e via discorrendo. La musica risveglia in noi momenti diversi del nostro essere, melanconia, rabbia, gioia, dolore, entusiasmo. ecc. Cosa determina in noi la musica attuale? Cosa incoraggiano ritmi ossessivi e ripetitivi senza capo né coda? Cosa trasmettono voci chiuse e inappetenti? Suoni disarticolati e rumori generano stress e intolleranza. La musica e una voce ben equilibrata conferiscono grazia e piacere in chi l’ascolta. Non ho una cultura musicale né competenza tecnica, ma so ascoltare musica e parole, purtroppo nella musica e nei testi attuali riesco a individuare un decadentismo infinito.
Roberta VerzelettiBrandico
Cara Roberta, se ci curassimo soltanto del plauso dei lettori risponderemmo secchi con un: «Ha ragione, punto». Avendo però stima della capacità di ragionare e fiducia riguardo la volontà di capire meglio, ci permettiamo una riflessione in più. Cominciando con l’ammettere che la memoria è una giocatrice astuta, spariglia le carte e sceglie dal mazzo quelle che le fanno più comodo. Anche per la musica. Naturale dunque che quella del proprio tempo, specialmente della giovinezza, suoni armoniosa, in ogni senso. Per il resto, al netto dei gusti personali, anch’essa subisce il variare delle stagioni e le influenze del mondo di cui è parte e che in qualche modo racconta. Infine, se è vero che il linguaggio attuale a volte è forte o sguaiato, certo non si tratta di un fenomeno recentissimo: dagli anni Settanta in poi musica è anche denuncia, provocazione, sfogo. Si può essere d’accordo o meno, ma sarebbe un prendersela con il dito che indica ignorando la luna velata sullo sfondo. (g. bar.)
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