La legge, il buonsenso e i parcheggi
Scrivo questa breve lettera per dare sfogo alla mia rabbia per la frustrazione dovuta alla personalissima interpretazione della Legge.
Ecco i fatti: giovedì 11 aprile, devo recarmi alla clinica «Città di Brescia» per effettuare il pre-ricovero in vista di un intervento che devo subire nei prossimi giorni. Sono le 6.50 del mattino e, trovato un parcheggio libero a pagamento, prendo il biglietto dalla macchina distributrice (scadenza alle ore 11.35) pagando l'importo di 3,50 e lo sistemo sul cruscotto dell'auto.
Alle ore 11.10 esco dalla clinica per prendere la vettura e noto che sul parabrezza c'è un biglietto: multa per mancata esposizione del contrassegno di parcheggio.
Ma come, è lì sul cruscotto... mentre penso questo vedo che il biglietto è sì sul cruscotto ma capovolto (probabilmente quando ho chiuso la portiera dopo averlo posizionato, l'aria lo ha capovolto).
Non mi perdo d'animo e vado immediatamente al Comando dei vigili urbani di via Donegani per far valere le mie ragioni, confidando sia nella logica sia nel fatto che è palese la mia buona fede: ho la multa con indicata la data e l'ora cui è stata emessa (10.50), ho il tagliando del comprovato versamento della tariffa per la sosta con indicata la data e l'ora di scadenza del parcheggio (11.35); tra l'altro quando mi presento ai Vigili Urbani il tagliando non è ancora scaduto!
Espongo le mie ragioni e mostro i documenti di cui sopra: niente da fare, mi dicono, la Legge è chiara in quanto chi ha elevato la contravvenzione non ha potuto constatare l'avvenuto pagamento e il tempo della sosta. E mi consigliano di non perdere altro tempo e denaro inutilmente procedendo con ricorsi al Prefetto o al Giudice di Pace.
Ripeto: avevo tutti i documenti atti a dimostrare la bontà del mio comportamento e poiché mi sono sempre reputata una buona cittadina, mai una multa in vita mia, pagherò l'ingiustissima contravvenzione e continuerò ad insegnare a mio figlio i principi di lealtà a cui mi sono sempre ispirata sperando che ogni cittadino possa avere la possibilità di poter dimostrare con prove certe la propria buona fede e non essere invece sempre e solamente considerato a priori un «furbetto».
Spero che il Comandante dei Vigili o chi per esso, se mai leggesse questa lettera, noti che Legge va sempre scritto con la «L» maiuscola... se ne ricordino.
Grazie
Ester Barbieri
Castegnato
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