La lapide della memoria divelta e finita nel canale
Mi chiamo Mauro Gussago, e sono il fratello dello sfortunato automobilista (Primo Gussago) che, ormai 17 anni fa, perse la vita nella notte del 28 agosto 2000 sul tratto di strada prospiciente il Centro Commerciale Continente di Rezzato, per la toponomastica: via Mazzini. Previa autorizzazione del Comune di Rezzato posizionammo, alcuni anni dopo, una lapide in memoria sulla riva del canale parallelo alla strada, nel punto in cui avvenne l’incidente. Qualche giorno fa, amaramente, scopriamo che la lapide è divelta: alla sua base frammenti della stessa, del vasetto portafiori, del lumino votivo. All’apparenza, investita da un veicolo, anche se non vi sono evidenti segni di incidenti recenti. La lastra del manufatto giace sul fondo del canale, ben visibile da bordo strada. Ho contattato la Polizia Locale e la Polizia Stradale, ma nessuno dei due Enti è intervenuto per, o ha ricevuto segnalazione di, incidenti negli ultimi giorni: per certo la lapide era eretta, ed il lumino acceso, nella prima serata del 1° ottobre, come la vidi io transitando poco dopo le 19. Anche l’erba non risulta tagliata di recente, quindi dovremmo forse escludere un urto con un macchinario. Cosa è successo? Chi l’ha urtata? Comprendo benissimo possa essere avvenuto accidentalmente, e ci mancherebbe, ma perché non preoccuparsi di segnalarlo? Un atto di civiltà e di responsabilità: non siamo nel deserto, anche una persona che non sia della zona può benissimo conoscere di trovarsi di fronte ad un determinato centro commerciale ed in determinato Comune (vi sono i cartelli a due passi), perché non fare una telefonata al Comando di Polizia Locale, e segnalare quanto accaduto, prendersi le proprie responsabilità da adulto? Che rispetto ha, questa «persona» per il dolore della nostra famiglia? Vorrei, se possibile, fare appello attraverso le vostre pagine: se qualcuno avesse visto qualcosa, o se il responsabile del danno dovesse ripensare a quanto accaduto e ricredersi, potrebbe farsi vivo presso la redazione affinché ci metta in contatto? È solo una lapide, ma non è «solo una lapide».
// Mauro GussagoRiproduzione riservata © Giornale di Brescia
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