La gratificazione inattesa ricevuta da un ex alunno

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Sono un’insegnante della scuola primaria di Borno. Quando, in maggio, ricorreva l’anniversario della strage di Capaci, all’uscita da una messa al cimitero del paese, un mio ex alunno di nome Massimo (adesso trentottenne) mi ha chiamato dicendomi: Maestra, ti ricordi quando, 27 anni fa, in occasione della strage di Capaci, abbiamo fatto una marcia per le vie del paese? Certo che lo ricordo! Con i miei colleghi avevamo deciso di preparare alcuni striscioni insieme ai bambini, per poi uscire con una marcia silenziosa lungo le strade e terminare in chiesa con una preghiera... Ebbene, Massimo mi ha voluto ringraziare per il nostro striscione che ancora ricordava «Il sangue dei giusti genera uomini onesti». Ti ringrazio maestra per quella frase. Grazie a te Massimo, sei Massimo di nome e di fatto! Il mattino seguente raccontai l’episodio ai miei, attuali, piccoli alunni di seconda. Mi ascoltavano con gli occhi sgranati, mentre riassumevo brevemente alcuni particolari della strage... Che cattivoni quelli che hanno messo l’esplosivo... Cosa significa la parola mafia? Maestra, mi hai fatto commuovere... Ho terminato dicendo che le parole del mio ex alunno mi avevano fatto riscoprire quanto è bello il mio mestiere, pur con delle fatiche, ripagandomi ampiamente di qualche delusione occorsami lungo il percorso. Come dipendente pubblico, so quanto è inusuale ricevere delle gratificazioni, anche se si ama il proprio lavoro e si cerca di dare il massimo ogni giorno. Per questo, quando in luglio mio marito è stato ricoverato per tre settimane presso l’ospedale di Esine per un intervento, ho sentito come doveroso il desiderio di esprimere un sentito grazie nei confronti del chirurgo che lo ha operato e di tutto il personale dei reparti di Chirurgia e riabilitazione: per la competenza, la professionalità, la cortesia. E così le ho inviato una lettera che non è stata pubblicata... Per contro, leggo di malasanità, ma forse quella fa più notizia.

// Anna Miorini
Borno
Gentile maestra Anna, lei ha ragione quando osserva che le gratificazioni sul lavoro sono merce rara, soprattutto per chi eroga servizi essenziali quali istruzione e sanità. Sbaglia però ad accusarci di non dare spazio ai tanti grazie che giungono in redazione. Per noi fanno notizia. Eccome. Basta leggerci con costanza per sperimentarlo. Semmai è vero il contrario: sono talmente tanti da imporci una selezione nella pubblicazione. Se possiamo, cerchiamo di recuperare. Come facciamo ora, condividendo con i lettori la sua esperienza di maestra capace di aiutare i suoi alunni a leggere il loro tempo e subito dopo rilanciando il suo grazie all’ospedale di Esine. (n.v.)

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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