La foto sulla lapide di Hina, io ne sono il «responsabile»

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Rubo pochissimo spazio per fare chiarezza sulla polemica che ho letto nel fine settimana sulla foto tolta dalla lapide di Hina Saleem. È vero, questa ragazza non riesce ad avere pace nemmeno dopo dieci anni dalla morte. Ma questa volta dietro il caso mediatico c’è solo un grande equivoco. La fotografia incriminata, ritenuta dalla comunità musulmana locale poco rispettosa nei confronti della tradizione islamica perché la ragazza indossa una t-shirt, è la stessa pubblicata ripetutamente su tutti i quotidiani in questi anni. E per questo è stata scelta. Non dal fratello di Hina, ma da me che avevo deciso in forma anonima di contribuire a regalare alla ragazza una tomba nuova dopo aver visto in che stato di abbandono si trovava la precedente lapide. Mi prendo la responsabilità della decisione assunta in buona fede. Dopo una lunga attesa sulla scelta della fotografia da parte della famiglia Saleem con il fratello Suleman impegnato a dialogare con la madre in Pakistan, ho personalmente dato il via libera al marmista di posizionare quella immagine con il viso sorridente della giovane senza minimamente immaginare il clamore mediatico che questa scelta avrebbe potuto comportare. Era il volto di Hina che tutta Italia ha conosciuto. Ora spero che quello spazio sul marmo non resti vuoto. Dietro un nome che tutti conosciamo e associamo ad una tragedia enorme c’è un viso di una ragazza che non deve essere cancellato.

// L'anonimo donatore della tomba di Hina Grazie al lettore che, oltre ad accollarsi le spese della nuova tomba per Hina, interviene per sedare le polemiche divampate con l'esposizione della foto (poi rimossa) della ragazza. Il responsabile non è il fratello di Hina, finito nel mirino della sua comunità e conseguentemente al centro del caso mediatico che ne è seguito, bensì l’anonimo benefattore che autonomamente aveva scelto e posato la fotografia della ragazza, senza immaginare di urtare la sensibilità della comunità pachistana. Sciolto l’equivoco, resta una cornice da riempire. (n.v.)

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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