La consolazione di quell’amore oltre la morte

AA
Caro amore mio, sono qui a parlare con te, come faccio sempre da quando la nostra storia d’amore è stata bruscamente interrotta. Ogni favola inizia con «c’era una volta» e finisce con «e vissero felici e contenti» … non la nostra storia. Guardare il tuo viso, fissare i miei occhi nei tuoi, sentire il tuo profumo di bimba e la dolcezza che emanavi mi dava una grande serenità e mi riempiva il cuore di quell’amore che mai svanisce e mai si dimentica. Lo sai che mi sono innamorata di te dal primo momento che ti ho visto? Avevi un viso talmente buffo… eri adorabile! Stringerti e baciarti mi dava una gioia indescrivibile; forse sentivo che ti avrei tenuto con me per poco tempo… Ora so, che sei un angelo! Oggi, 11 gennaio, è l’anniversario della tua partenza, un giorno indelebile, fissato con i chiodi del dolore nel cuore… un cuore che ancora sanguina… Una ridda di ricordi, pensieri e frasi mai dette che mi riempiono il cuore tanto da sentirlo scoppiare. Ogni anno che passa i sentimenti e i ricordi si rincorrono con rinnovata nostalgia… sei partita troppo presto, avevi solo otto anni, eri un germoglio indifeso che è stato strappato via alla vita… Non ho avuto il tempo di assaporare fino in fondo l’immenso privilegio di averti nelle mie braccia, quella terribile diagnosi «cancro» ti ha portata via. Quella notte fra urla disumane e il dolore più grande che io abbia mai provato, ho partorito la tua assenza… e urlo, urlo, urlo, come una pazza… perfino i morti che mi guardano dalle loro gelide fotografie di ceramica sulle tombe credo siano terrorizzati dal mio quotidiano appuntamento nella loro dimora e, si domandano, con quale diritto vengo a violare in quel modo il loro diritto alla quiete eterna… Sì che ce l’ho il diritto, di chi non ha perso una cosa qualunque, ma ha perso se stessa e non sa più ritrovarsi, il diritto di chi non potrà mai più accarezzare biondi capelli di teneri amori con gli occhi più azzurri del più azzurro dei cielo, è un diritto non scritto tra le pieghe del cuore... Sei tu il mio diritto, il mio diritto d’amore. Le mie mani allora vuote, sono state nel tempo riempite dalla consolazione della fede… Vorrei dirti tante cose, le parole scritte si incidono per sempre nel cuore come un sigillo, vorrei che tu le tenessi sempre strette al tuo cuore, come a custodire uno scrigno pieno d’amore di una madre. Quando sei andata via, ho lasciato per tanto tempo tutte le tue cose come le avevi lasciate, forse lo fanno tutte le mamme… avevo bisogno di sentire ancora il tuo profumo e l’eco della tua voce che mi chiamava. Non ho osato aprire il tuo zaino per diverso tempo, era una reliquia, un cimelio intoccabile e prezioso… sapevo nel mio cuore che dentro avrei trovato qualcosa che parlava di te per me. Un giorno ho avuto il coraggio di prenderlo e aprirlo. Non mi vergogno amore mio, ma le lacrime scorrevano copiose dal mio viso e le urla di dolore riempivano la casa. In un quaderno, ho trovato dei pensieri che tu avevi scritto per me, dove raccontavi i tuoi sogni di bimba... parlavi del tuo amore per me e per il papà e per i tuoi fratelli. L’ultimo pensiero, mi ha letteralmente spiazzata: mi ringraziavi per quello che ero per te. Può una madre sopravvivere alla morte di una figlia? Umanamente è impossibile, ma oggi, quattordici anni dopo, posso dirti che la speranza e la consolazione hanno vinto sull’atrocità e impotenza del dolore della morte… la tua morte non è stata inutile. Ho cercato di mettere il mio dolore al servizio di tutte quelle mamme che non hanno alcuna speranza e cerco di portare loro consolazione che viene solo da un cuore che è stato a sua volta consolato dal Signore… immagino il tuo sorriso di approvazione. Ti amo immensamente amore mio, e grazie ancora per avermi insegnato che l’amore è più forte della morte e nell’amore non c’è paura. Questo è quello che custodisco nel mio cuore in attesa di riabbracciarti presto….. La mamma di Diletta

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Condividi l'articolo

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato