L’intensa attività dei Centri bresciani di aiuto alla vita

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Abbiamo i dati dell’attività Cav (Centro di aiuto alla vita onlus vic. S. Clemente 25) ripartiti per gli ultimi anni, per farci un’idea della quantità (e qualità) del lavoro svolto con pazienza e cuore dalle volontarie, insieme alle brave educatrici e psicologhe. Li abbiamo presentati ad alcuni amici che ci hanno chiesto: sono noti alle autorità? Sono numeri discretamente impressionanti, specialmente perché corrispondono a vite di donne, di bambini/e, di famiglie... Sintesi dell’attività: bambini nati dal 1990: 2.405; nati 2015: 103; 2016: 65; 2017: 74 al 31/10. Donne assistite 2015: 260; poi 211; infine nel ’17: 236. Ricordiamo che c’è un altro Cav molto attivo: «il Dono» di S. Polino, che ha seguito molte donne. Quindi i nati in 27 anni sono più di 2400. Molte donne avevano certificato per abortire in mano e hanno cambiato idea, perché accolte! Pensate che in Italia sono 6 milioni i non nati per interruzione volontaria: non si poteva far di più? Ogni opera di volontariato scalda i cuori. Ma qui c’è qualcosa di particolare. C’è un celebre detto, ripetuto in vari film, tra cui «Schindler List»: «Chi salva una vita, salva il mondo intero!». E allora che si può dire quando ne vengono salvate, o sostenute, 100-200 l’anno? Sommando i dati di tutti i Cav nazionali, i nati dal 1975 (nascita dei Cav) sono circa 190.000 e le donne assistite 700.000, tutto con mezzi propri, privati, tra cui il famoso «Progetto Gemma». Intendiamoci: non dimentichiamo che non basta mettere al mondo un bimbo; bisogna crescerlo ed educarlo: compito di una vita, con molte componenti, svolto dai genitori e dalle strutture educative. Ma se non inizia, questa vita, non c’è! Qui ci sono donne e famiglie che trovano una ragione di vita, una storia, una realizzazione di sé. Che vengono ascoltate e accompagnate per essere pronte a fare la madre. Se pensiamo alle valanghe di argomentazioni «pro choice» anti vita che sono state seminate e insistite da varie voci, e finanziate da lobbies internazionali, è un miracolo se queste madri e i loro figli esistono... Le volontarie dei Centri per la vita aiutano semplicemente le donne per cui la maternità è arrivata imprevista, economicamente o socialmente difficile, specie oggi, o non preparata adeguatamente (ma lo sarà mai?). Storie belle perché di vita vera; storie in cui le singole donne rinascono dando vita a una creatura, sfidando paure personali, condizionamenti e resistenze. Vita che irrompe e cambia equilibri, in silenzio o rumorosa. Ma sempre bella e difficile, a volte giudicata inopportuna e importuna. Ma grazie a Qualcuno che è tra noi, che ha fiducia nella persona e ogni volta la chiama a una misteriosa missione continua a rinascere nuovamente e portare nuovi messaggi sorprendenti. Anche per le donne che essendo incorse in Ivg in passato offriamo supporto per aiutarle a superare il trauma (la vita riprende sempre!). Il settore pubblico, con cui collaboriamo grazie al prezioso apporto di assistenti sociali, talvolta consultori, insieme con varie associazioni ed enti (come da lungo tempo Caritas e Congrega della Carità in cima a tutte) ha coscienza di questo movimento, delle sue motivazioni e modus operandi? Lo sostiene? In Lombardia abbiamo avuto specifici progetti finora, migliorabili: speriamo non siano dimenticati!

// Gabriele Zanola
Brescia

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