Io, dodicenne, chiedo che la pace ci sia davvero

Sono Vittoria Vitale, ho 12 anni, vivo a Rodengo Saiano e frequento la scuola Madonna della Neve ad Adro. Frequento la seconda media. Quest’anno è diverso da tutti gli altri: ci sono guerre che riempiono i notiziari e le nostre vite di paura e terrore. In un mondo che parla di pace, mi chiedo perché non siamo capaci di praticarla davvero. I miei professori ci hanno insegnato che i conflitti si risolvono con il dialogo, con le parole, eppure oggi sembra che questa parola sia diventata quasi dimenticata. Io la guerra non la capisco. Non capisco come si possa arrivare a uccidere altre persone. Io, anche solo dopo un litigio, mi sento in colpa: figuriamoci come ci si possa sentire dopo aver tolto la vita a qualcuno. Pensare che a Gaza, in un’ora, muoiano più di venti persone mi fa stare male. Non riesco a capacitarmi di come ci si possa sentire soddisfatti a distruggere vite innocenti, soprattutto quelle dei bambini. Loro non sanno neppure cosa sia la guerra: vedono solo la loro città, le loro famiglie, i loro sogni sparire nel nulla. E questo mi fa capire quanto devo essere grata per tutto ciò che ho: una casa, una scuola, una famiglia che mi vuole bene, la possibilità di sognare un futuro. Per me la pace non è una parola astratta. È un dovere. È una scelta quotidiana. Credo che la pace inizia dai piccoli gesti: un sorriso, una mano tesa, la capacità di chiedere scusa. Se ognuno di noi imparasse a farlo, forse anche i grandi che governano il mondo si ricorderebbero che la vera forza non sta nelle armi, ma nell’umanità. Io sogno un mondo in cui i bambini possano crescere senza paura, in cui le madri non piangono più i figli e in cui nessuno debba scappare dalla propria terra. Sogno un mondo in cui la parola pace non sia un’illusione, ma la realtà di tutti i giorni.
Vittoria VitaleCara Vittoria, una preghiera: ritaglia questa pagina, conservala e rileggi di tanto in tanto la tua lettera. Che il difficile non è avere le idee chiare - i ragazzi più di tutti le hanno - bensì conservarle integre, nella loro purezza. E fa che quei piccoli gesti, quei sorrisi, quelle mani tese, la capacità di chiedere scusa, siano il tuo stile, l’unico modo di rapportarti agli altri, a tutti coloro che nella vita incontrerai, compreso chi non meriterà la tua fiducia. Soltanto così troverai pace dentro te e potrai donarla agli altri, trasformando il sogno in realtà concreta. (g.bar.)
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