Invisibile agli occhi per essere vista dal cuore
AA
Durante l’attesa del mio turno dalla parrucchiera, scelgo una rivista poco impegnativa da sfogliare. I miei pregiudizi su certi settimanali vengono messi in discussione dall’argomento delicato trattato: i disturbi alimentari. Due pagine intere sono spiegate da psicologi preparati, con l’intervista ad un ragazzo con un’esperienza di anoressia risolta positivamente. Purtroppo però rimangio subito i miei complimenti, visto che poco più avanti vengono pubblicizzate spudoratamente diete miracolose con tanto di foto del «prima e dopo la cura». Il controsenso è assurdo, certi messaggi sono pericolosi perché è facile approfittare delle debolezze di certe persone, giocando sulle fragilità dei loro momenti.
Non sfruttiamo la nostra vita, valorizzando false ideologie di perfezione, perché il guadagno non è sicuramente il nostro.
Marina Baldan
Borgosatollo
Un cioccolatino? No, grazie. La Coca Cola già versata nel bicchiere? No, grazie. Ceniamo al ristorante? No, grazie. «No, grazie» è il ritornello di giorni, mesi, anni. L’obiettivo, in questi casi, è uno solo: mangiare meno di ieri, meno di chi ti sta davanti. Quello che appare, quando diventi impermeabile anche alle lacrime delle persone che temono per la tua vita, è l’egoismo. C’è chi ti dice che agli uomini non piacciono le donne magre, come se il problema fosse quello. Chi sfrutta la tua debolezza. Chi non vuole riconoscere la tua debolezza. Chi è disposto ad ingoiare dieci bocconi pur di vedertene mangiare uno. La sostanza, ciò che sta dietro a quello che appare, è complessa. Marina fa bene a rimanere indignata dal messaggio di certe diete, ma io approfitto della sua lettera per andare oltre il facile accostamento tra dieta e anoressia, ossia tra l’anoressia e il desiderio di raggiungere malsani canoni di bellezza. Perché tra i consigli «patinati» per dimagrire e questa malattia c’è un mondo che rimane spesso al buio. Un mondo nel quale l’asticella degli obiettivi è alta e per non deludere le aspettative di chi ti sta attorno vorresti essere la più brava, la più bella, la più magra. Un mondo che ti sfugge e che ti porta a controllare qualcosa, quello che puoi, il cibo, ossia uno strumento per dire che esisti diventando invisibile. Un mondo dal quale non è possibile uscire senza l’aiuto di chi ti vuole bene e, soprattutto, di te stessa. (ber)
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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