In via del Serpente la rotatoria da... brivido

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Da diverso tempo provo un certo «prurito» alle dita, una tentazione continua di mettermi alla tastiera del computer e digitare quattro righe per togliermi qualche fastidio, condividendo una mia impressione con qualche altro lettore. Il più delle volte non do seguito agli intenti e lascio fare. Ma non stavolta. Non dopo aver rischiato per l’ennesima volta di ritrovarmi con la mia automobile come cappello. Mi riferisco alla nostra rotatoria di via del Serpente, presso la zona industriale di Brescia. Se i romani hanno il «Grande Raccordo Anulare», noi bresciani abbiamo il «piccolo raccordo mignolo» che ogni giorno crea problemi non indifferenti. Sia chiaro, non è la rotatoria in sé a dare fastidi: se lasciata sola e tranquilla rimane assolutamente innocua. Il problema vero è che siamo noi tutti automobilisti ad aggredirla, spinti dalla fretta oppure dalla necessità di essere degli aspiranti «piloti di Formula 1» per attraversarla il più in fretta possibile. Questa aggressività va a scapito di chi si ritrova a doversi immettere in questa rotatoria con una macchinina di piccola cilindrata ma anche con una scorta non sufficientemente adatta di ottimi riflessi. A me accade, per ben sei volte al giorno, di dovermi fare idealmente il segno della croce nella speranza ogni volta di passare indenne questo piccolo «campo minato»: anche ieri pomeriggio è andata bene, ma nella distanza tra me e chi mi stava per piombare addosso, non ci passava un dito. Esco dalla rotonda, parcheggio l’automobile e mi metto ad osservare il viavai: sembra quasi un nido di vespe impazzite! La maggior parte dei mezzi che provengono sia da Brescia (tangenziale) che dalla direzione opposta, Castel Mella (cavalcavia) arrivano a velocità impressionanti: auto di grossa cilindrata ma anche utilitarie, furgoni, autocarri, talvolta persino autobus, piombano all’ingresso del rondò anche a 80-90 chilometri orari (altri anche un qualcosa in più); molti conducenti danno una rapida occhiata già da lontano sapendo già di non volersi fermare allo stop (non dimentichiamo che per entrare in una rotatoria, da qualunque sia la direzione, è necessario rallentare e dare la precedenza). Dalle altre due vie di accesso invece (per chi esce dalla zona industriale e per chi proviene da Fornaci) provengono automezzi che si trovano incanalati per dover prendere direzioni differenti: questi ultimi si ritrovano a dover immettersi nella rotonda partendo spesso da fermi. Per loro è pressochè impossibile riuscire ad attraversarla evitando anche un minimo rischio di farsi investire: nessuno mai rallenta! Il resto è dato dalle incomprensioni tra chi cambia improvvisamente direzione, chi si trova talvolta in mezzo alla strada con la macchina in panne (succede, eccome se succede!), chi utilizza gli indicatori di direzione che vengono dagli altri mal interpretati quando non addirittura ignorati. In questo modo l’incidente è costantemente in agguato e gli episodi - purtroppo - sono assai frequenti: non di rado mi capita di vedere il classico centauro abbattuto dal furgone o l’autovettura finita nell’aiuola, quando non si tratta di due automezzi incastrati tra loro perché nessuno dei due voleva soccombere... Eppure basterebbe poco per rendere questa rotatoria un po’ più vivibile, dei piccoli accorgimenti che obblighino a rallentare, quantomeno in prossimità degli ingressi. Almeno per il fatto che io (come chissà quanti altri), il segno della croce, vorrei continuare a farlo quando entro in una chiesa e non in un rondò. Roberto Salvetti San Zeno Naviglio

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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