Imu e vecchia Ici, la prima «spara» nel mucchio
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Chiedo aiuto a chi ne sa senz’altro più di me. Dopo aver pagato, con il massimo dell’aliquota permesso dal governo, l’Imu, mi è rimasto un chiodo fisso nella testa, al quale non riesco a dare una risposta: come hanno fatto a stabilire la tassazione e a chi doveva essere diretta? Oddio, avrei anche due ipotesi, ma appunto, chiedo aiuto per averne conferma. La prima ipotesi è la seguente: si sono seduti davanti ad un asettico computer e gli hanno chiesto: come fare cassa? La risposta è scontata: tassare le prime case e tartassare le seconde. Sono lì, davanti a tutti, non si possono portare nei «paradisi fiscali», il gettito è sicuro.La seconda ipotesi è che gli stessi signori abbiano tratto una conclusione (ovvia per loro): casa e seconda casa uguale ricchezza, anzi seconda casa doppia ricchezza. Ma non gli è passato per la mente che non tutte le seconde case sono destinate alle ferie, o sono produttrici di reddito? Esistono anche quelle concesse in «comodato gratuito ad un famigliare». Se avessero dato un’occhiata alla vecchia Ici se ne sarebbero accorti. A meno che non abbiano preferito sparare nel mucchio. Perché non hanno pensato che parecchie unità immobiliari sono state ricavate restringendo gli spazi della prima casa per avere vicino qualche famigliare nella vecchiaia, quando si ha più bisogno di aiuto? Esistono altre spiegazioni? Non mi si dica che le tasse vanno pagate! Sono perfettamente d’accordo ma almeno la vecchia Ici, pur penalizzando la seconda casa perché non aveva detrazioni, se concessa ad uso gratuito ad un familiare manteneva la stessa aliquota della prima casa.
Piero Mainardi Poncarale
Piero Mainardi Poncarale
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