Il violinista Cristiano Rossi a Sarezzo
CONCERTO
AA
Dopo l'intervista, Magiera e il violinista Cristiano Rossi si sono esibiti in un recital di straordinaria grandezza. Mentre di Leone Magiera ha ben detto il suo giornalista, è a proposito del violinista Cristiano Rossi e della sua straordinaria esecuzione che vorrei riferire ai suoi tanti lettori. Non c'è in Italia e in Europa nessun direttore di teatro o sala da concerto che non conosce il virtuosismo violinistico di Cristiano Rossi: un artista dal carattere mite e timido che vive la ribalta col violino e non con la presenza nei media popolari. Alla televisione è sempre apparso in programmi dedicati agli appassionati della grande musica ma, benché invitato, si è tenuto lontano da trasmissioni che non avessero come soggetto principale le esecuzioni violinistiche, cameristiche, o musicali in genere.
A chiunque si chieda di fare il nome di tre grandi violinisti italiani, la risposta si ferma dopo averne elencati due: Salvatore Accardo e Uto Ughi. Comunque si faccia l'elenco, Cristiano Rossi ne fa parte; e non è necessario stabilire se uno venga prima o dopo l'altro. Conclusa la presentazione del libro di Leone Magiera e l'esecuzione di alcuni brani pianistici, il violino di Cristiano Rossi (un Guadagnini del valore di qualche miliardo di vecchie lire) ha incantato la platea con un'esecuzione virtuosistica della sonata di Sergej Sergeevic Prokofiev (1891-1953) per violino solo, e con l'affascinante sonata di Eugene Ysaye (1858-1931) sempre per violino solo. Dopo queste sonate, del grande repertorio violinistico e di straordinarie difficoltà tecniche ed espressive per violino solo, Rossi e Magiera si sono esibiti insieme con il concerto n. 8 in La minore op. 47 di Luis Spohr (1784-1828) per violino e pianoforte.
Il pubblico, a dire il vero, non ha esaurito tutti i posti del teatro San Faustino di Sarezzo, nonostante si trattasse di un concerto che avrebbe potuto svolgersi alla Scala di Milano, o in uno dei più importanti teatri di Londra o New York, familiari ai due solisti; ma ciò nonostante ha dimostrato di essere un pubblico che ha subito capito l'eccezionalità dell'evento e ha tributato ai due artisti entusiastici applausi costringendoli a un fuori programma. Hanno così eseguito una sonata di Mozart con perfetto affiatamento, con slancio e abbandono giocoso nei dialoghi, quasi lirici, di un brano che nel fraseggio richiama il Mozart delle opere teatrali.
Gli appassionati di musica conoscono assai bene il suono caldo, espressivo e intenso di Cristiano Rossi, e sanno bene che il prezioso Guadagnini che suona lo aiuta nella cavata sulla quarta corda e nell'equilibrio sonoro con le altre corde, ma sanno anche che avere un violino importante come ha Cristiano Rossi, aiuta, ma non basta. A questo straordinario risultato si arriva soltanto se l'artista ha per sua natura un suono straordinario che è dato dall'equilibrio tra la pressione dell'arco e il vibrato della mano sinistra.
In ultima analisi dal talento. Rossi, come Magiera, è stato un bambino prodigio. Si è diplomato al conservatorio di Bologna a soli 15 anni nella classe del maggior didatta italiano del '900: il violinista Sandro Materassi che a sua volta si è perfezionato a Budapest col grande Jenö Hubay, e per quarant'anni concertista in duo con uno dei maggiori compositori del '900, Luigi Dallapiccola. Un concerto esaltante che si è svolto nell'ambito delle mostre allestite a Palazzo Avogadro di Cinzia Bevilacqua e Sandro Luporini, sponsorizzate dalle ditte di Sarezzo e inaugurate da Maurizio Bernardelli Curuz, direttore dei Musei di Brescia, e don Giuseppe Fusari, direttore del Museo Diocesano, che Sarezzo ricorderà a lungo e che non sarà facile ripetere.
Adriano Primo Baldi
Modena
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Condividi l'articolo
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato