Il triste passaggio in Procura della Scuola Bottega

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Trovo avvilente che il controllo sulla trasparenza e regolarità di gestione di Scuola Bottega debba essere affidata alla Procura della Repubblica. Sono uno dei tanti volontari non legato ad alcuna cordata, che ha chiesto di aderire, quale socio, a Scuola Bottega condividendone, come da statuto e regolamento, le finalità accettate e sottoscritte nel modulo di adesione. A me, come a tutti, la richiesta è stata respinta con la medesima enigmatica motivazione: «carenza, allo stato, dei presupposti necessari». Ho richiesto di conoscere quali siano questi presupposti ma non ho ottenuto risposta. Sono presidente di un’Associazione di Volontariato che segue famiglie in difficoltà che spesso hanno figli in età scolare ed il cui accompagnamento a frequentare Scuola Bottega viene suggerito come una importante opportunità di avvio ed inserimento lavorativo. L’arroccamento dell’attuale ristretto ed autorefenziale Consiglio Direttivo della Onlus Scuola Bottega, che non analizza le singole domande respingendole in blocco, fa sospettare che esista un grande timore di perdere il «potere» e dà adito a molti interrogativi. Vorrei inoltre che il Presidente, il quale lamenta «l’assalto» a mezzo di numerosissime domande di adesione, smentisca che una buona parte delle stesse proviene da ambienti vicini all’attuale Direttivo. La Scuola, da statuto, deve invece essere aperta a tutti coloro che desiderano impegnarsi per raggiungere le finalità di chi l’ha fondata e di chi l’ha seguita nella sua crescita, e non ad escludere volontari senza adeguate e calzanti motivazioni.

// Pierangelo Pizzocolo

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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