Il significato della battaglia di Lepanto

Storia.
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Duole constatare che questa data, 7 ottobre 1571, anniversario della battaglia di Lepanto, sia ormai quasi dimenticata. Pochi quotidiani si degnano di ricordare che in quel famoso scontro navale, la flotta europea, al comando di Don Giovanni d'Austria, sbaragliò quella turca ponendo fine ad ogni pretesa d'egemonia dell'impero ottomano.

L'Europa si salvò dall'invasione musulmana. In quella battaglia navale si fronteggiarono non solo due flotte ma due mondi contrapposti: l'impero turco musulmano in piena espansione militare e l'Europa in una fase di estrema difesa del territorio europeo cristiano. È verosimile arguire che, se a Lepanto avessero vinto i Turchi, San Pietro avrebbe fatto la stessa fine della basilica cristiana di S. Sofia a Costantinopoli, trasformata in moschea musulmana, unitamente all'ex-impero cristiano d'Oriente. È vero che la storia non si fa con i se, ma qualche realistica eccezione è sempre ipotizzabile. Il sultano dei Turchi Solimano il Magnifico, appoggiava dichiaratamente i pirati musulmani nord-africani barbareschi, chiamati saraceni, vero flagello per le popolazioni europee e mediterranee. Fece scalpore il tentativo di rapire il pontefice Leone X poi fortunatamente fallito. Clamoroso, per audacia e sfrontatezza, fu anche il tentato rapimento di Giulia Gonzaga, duchessa di Tragetto, ad opera del più famoso dei pirati, Khair-ad-in, soprannominato "Barbarossa". La duchessa, considerata una delle più belle donne d'Europa, era destinata a far parte dell'harem di Solimano. Il fallimento del rapimento ebbe una truce conseguenza: la città di Fondi venne distrutta: tutti gli uomini uccisi, le donne portate via come schiave.

La vittoria di Lepanto ha segnato profondamente la cultura popolare cattolica. Per ringraziamento ed in ricordo di Lepanto sono state edificate numerose cappelle alla Madonna del Rosario, devozione istituita da Papa Pio V dopo la battaglia e, ancora oggi, tutte le chiese cattoliche ricordano, a mezzogiorno l'evento, un lascito liturgico di cui si è perduta l'origine.

La Calabria, per posizione geografica, era la più esposta alle incursioni barbaresche. Se andate a Staiti, piccolo Comune montano della provincia di Reggio Calabria, la chiesa principale è dedicata a S. Maria della Vittoria non per la fine della guerra 1915-18 come molti erroneamente intendono, ma per la vittoria di Lepanto. Per lo stesso motivo in molte altre chiese della Calabria ci sono lapidi a ricordo della fine di un incubo.

Nonostante il forte appello del Papa Benedetto XVI, Bruxelles continua a non riconoscere le radici cristiane dell'Europa. È certo che senza la vittoria di Lepanto oggi noi non ci porremmo il problema. È quindi per un senso di orgogliosa rivendicazione storica che è opportuno stabilire il 7 ottobre come "Giornata della Salvezza dell'Europa". Ignoro quale possa essere la procedura che porterebbe a celebrare tale data: se dovesse dipendere dal Consiglio europeo varrebbe la pena tentare: i deputati europei potrebbero dedicare una sessione alla riflessione storica di questa proposta, magari sospendendo momentaneamente le argute discussioni sul giusto calibro dei piselli.

Se poi si dovesse pervenire alla conclusione che non è politicamente prudente riesumare e celebrare una data-simbolo d'una sconfitta musulmana, bisognerebbe chiederci perché ancora oggi sulla bandiera turca è riportato il simbolo della caduta del mondo cattolico: la mezzaluna. Non una luna crescente, ma una luna calante a ricordarci che era all'ultimo quarto quando, martedì 29 Maggio 1453, Costantinopoli cadde e con esso tutto il Cristianesimo d'Oriente sotto il dominio definitivo musulmano.

Dott. Demetrio Falcone

Pisogne

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