Il salario minimo non è un problema, semmai un pretesto

Lettere al direttore
AA
Il calcolo politico è del tutto evidente; non le è da meno la distanza del M5s dai problemi reali del mondo del lavoro e dei lavoratori. Leggo sul Giornale di Brescia della proposta del M5s per l’istituzione del salario minimo comunale: chiunque lavorerà per o con il Comune (incluse ditte che si aggiudicano gare di appalto o concessioni) dovrà garantire come requisito inderogabile un trattamento economico pari ad almeno 9 euro all’ora. Quella della giusta retribuzione del lavoro è questione seria che non si affronta e non si risolve con gli slogan ma con la contrattazione collettiva: il 97% dei contratti collettivi di lavoro prevede un minimo salariale ben più alto di 9 euro l’ora. Sull’obiezione che esiste un numero di lavoratori significativo che non è tutelato, rispondo che è sulla lotta al dumping contrattuale che c’è bisogno della politica: ci si occupi di varare norme a contrasto del fenomeno e che diano valore ai trattamenti economici previsti dai contratti nazionali stipulati dalle parti sociali più rappresentative. La dignità del lavoro la assicurano i contratti, non i proclami di chi pensa di poter fare a meno delle parti sociali. A chi lavora o lavorerà per o con il Comune non occorre chiedere impegni estemporanei: basta semplicemente verificare qual è il contratto di inquadramento dei loro lavoratori; e deve essere il Comune che impedisce l’accesso ai bandi a chi ricorre a contratti pirata siglati da una parte da datori di lavoro senza scrupoli e dignità, e dall’altra da sigle sindacali che non rappresentano nessuno. Un po’ più di dialogo e di confronto con chi di lavoratori a Brescia ne rappresenta complessivamente oltre 200mila aiuterebbe anche la politica nostrana .
Alberto Pluda
Segretario Generale Cisl Brescia
G
entile segretario,
su questo tema siamo d’accordo con lei. Punto. Lo scriviamo chiaramente, senza aggiungere proclami che suonerebbero soltanto come un parlare a nuora (lei) affinché suocera (la politica) intenda.
Come principio la battaglia sul salario minimo è sacrosanta, la realtà tuttavia se ne infischia dei principi e nei fatti li supera, considerato appunto che la paga oraria è superiore, specialmente dalle nostre parti, nel Nord Italia.
Se il M5s a Brescia ha davvero intenzione di allargare l’alleanza del centrosinistra in Loggia non prenda a pretesto un’ovvietà, bensì scelga come «pegno d’amore» qualche argomento più controverso, oppure parli pane al pane e vino al vino, chiedendo ufficialmente di farvi parte non a gettone, ma per interesse politico con una precisa progettualità e durata. (g. bar.)
Alberto Pluda
Segretario Generale Cisl Brescia
G
entile segretario,
su questo tema siamo d’accordo con lei. Punto. Lo scriviamo chiaramente, senza aggiungere proclami che suonerebbero soltanto come un parlare a nuora (lei) affinché suocera (la politica) intenda.
Come principio la battaglia sul salario minimo è sacrosanta, la realtà tuttavia se ne infischia dei principi e nei fatti li supera, considerato appunto che la paga oraria è superiore, specialmente dalle nostre parti, nel Nord Italia.
Se il M5s a Brescia ha davvero intenzione di allargare l’alleanza del centrosinistra in Loggia non prenda a pretesto un’ovvietà, bensì scelga come «pegno d’amore» qualche argomento più controverso, oppure parli pane al pane e vino al vino, chiedendo ufficialmente di farvi parte non a gettone, ma per interesse politico con una precisa progettualità e durata. (g. bar.)
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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