Il ripensamento prosegua con il ring

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È con sospetto che plaudo alla pedonalizzazione riscoperta da questa
Giunta, la stessa che inizialmente era oltremodo ostile a porre vincoli al
traffico su quattro ruote, la stessa che ha cancellato o reso inagibili
piste ciclabili, la stessa che pensa che una bicicletta legata ad un palo
possa disturbare l’estetica cittadina, mentre tollera ampiamente le auto
parcheggiate sui marciapiedi e sul verde urbano (da tempo ho inviato al
signor Rolfi ed all’ex assessore Orto, documentazione di quanto asserisco).
Ma vorrei chiedere a questa giunta ed a chi principalmente la presiede (si
legga il signor Rolfi) se ritiene che la modernizzazione della città da lui
propugnata sui media, e che passerebbe, oltre che attraverso questo processo
di pedonalizzazione del centro, anche tramite il richiamo di manifestazioni
di genere vario, debba anche includere vittime sacrificali, o non possa
invece essere pensata in riferimento ad una città dalle più complesse
sfaccettature e che non è limitata al centro storico, ma si estende ben
oltre.
Mi spiego venendo al mio piccolo angolo di città.
All’indomani del suo insediamento questa Giunta, tra le prime cose, disfece
l’assetto di via XX Settembre togliendo un’ampia passeggiata, a favore di
una corsia per le auto in più e ad una diversa distribuzione dei parcheggi;
a discapito di una pista ciclabile oggi ridicolmente indicata in un percorso
con curve ad angolo retto ed in parte insistente sulla stessa carreggiata
dell’autobus. E questo malgrado una petizione degli abitanti avesse invitato
l’Assessorato ad una riflessione ulteriore, prima di sacrificare la
viabilità dedicata alla mobilità di pedoni e cicli compiendo uno scempio di
aiuole e piante.
Se il signor Rolfi abitasse, come abito io, sul ring, e proprio in questa
parte del ring che ho citato, assisterebbe ai frequenti incidenti causati da
questo nuovo assetto, che ha tolto visibilità agli incroci, vedrebbe
parcheggi selvaggi rimanere impuniti, aiuole calpestate dalle auto, pedoni
che pericolosamente attraversano passaggi pedonali ad alto rischio (ne sono
stati investiti tre in due mesi), cicli che vanno in contromano perché le
auto inibiscono l’uso della velleitaria pista ciclabile, autobus che
rischiano perennemente la collisione con le auto in cerca di parcheggio. Per
non parlare della parallela via Vittorio Emanuele i cui marciapiedi
prospicienti l’ospedale sono destinati a parcheggio, sia legalizzato che
abusivo, con buona pace dei pedoni (anche qui gli incidenti sono
frequentissimi).
E se il signor Rolfi avesse potuto affacciarsi oggi pomeriggio alle finestre
del mio palazzo, avrebbe visto come l’iniziativa, penso indice di
«modernità» della città, di far passare una gara ciclistica (la seconda nel
giro di poco tempo) in via Vittorio Emanuele, esattamente davanti
all’ospedale, abbia strangolato due viali già di loro caotici e pericolosi
creando un ingorgo asfissiante da cui emergevano chiare soltanto le
bestemmie dei conducenti intrappolati. Con buona pace dei degenti
dell’ospedale e degli abitanti.
Io appunto abito qui, con la mia famiglia. È Brescia, è adiacente al centro
storico. Ma è un angolo della città che di moderno ha solo le vetrine dei
negozi e i modelli delle auto e dei Suv parcheggiati. C’è un ex ospedale dei
bambini abbandonato ai piccioni (spero non si verifichi mai il desiderio
espressomi personalmente da Rolfi di farne un silos per auto) e un’ex
procura ex scuola Sorelli che farà la stessa fine (parlo dei piccioni e non
del silos). Rasentiamo il degrado.
Mi resta soltanto da sperare che il processo di ripensamento della Giunta,
partito dalla pedonalizzazione, prosegua anche con ring.
Peccato che a pagare i ripensamenti e le estemporaneità siano i cittadini.
Paola Maria Rigobello
Brescia

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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