Il nome Brixia e le difficoltà dello scrivano
Brescia, il nome della città. Molti nomi di luogo, la cui interpretazione ancora oggi risulta quasi impossibile, appartengono ad un Evo molto antico. Essi stanno lì come relitti della preistoria e possono essere considerati come le più antiche testimonianze del linguaggio umano. Tradizioni scritte di un nome di luogo derivano spesso da documenti storici, ecclesiastici o notarili, vergati in latino e rappresentano il tentativo di porre in forma scritta un nome di luogo, tramandato fino ad allora solo oralmente. Molti nomi di luogo, che oggi a fatica si lasciano interpretare, derivano da forme parlate che al tempo del formarsi delle lingue storiche non erano più conosciute. Essi, con il passare del tempo, avevano perso il loro significato primordiale e non potevano venire così compresi dalla nuova lingua. Spesso succedeva che questi nomi venissero accostati a nomi simili, che nella nuova lingua possedevano però un’altra valenza. La denominazione di una campagna, fiume o località deve aver rappresentato un fatto di grande importanza prima della fissazione scritta del toponimo, perché solamente con un nome questi luoghi potevano essere identificati, localizzati e differenziarsi l’uno dall’altro. È da ritenersi che nuovi insediamenti, allo scopo di poter essere identificati e localizzati, abbiano ricevuto un nome già alla loro fondazione. Il nome di un insediamento dovrebbe evidenziare caratteristiche relative al suo inizio e non alla fine del suo sviluppo e per questo mettere in risalto particolari caratteristiche che riguardano il luogo dove è sorto. Nelle fonti latine sia epigrafiche che letterarie e nelle opere di carattere geografico il nome più usato per indicare la città è Brixia. Esistono anche altre varianti come Bryxia, Brixsia, Brixa, Brixiam, Brichiam, Brexia, Brexiam. In dialetto bresciano la città viene chiamata Bréša. I nomi di luogo nell’Europa della preistoria mostrano una maggiore comune affinità che non le lingue storiche attuali. Per questo pretendere di interpretarli solo attraverso le lingue storiche non può portare che a artifizi. Oggi questi nomi non vengono più definiti «indogermanici» bensì «anticoeuropei». In toponomastica il suffisso -(i)a può avere valore locativo e fare del nome un sostantivo con il significato di «luogo ricco di..., pieno di..., dotato di...». La -x- di Brixia altro non rappresenta che l’insicurezza dello scrivano nel dover scegliere tra una gutturale -c- e una spirante -s- , per cui analizzando le forme br(i)c / br(e)s, rapportate alle lingue anticoeuropee, troviamo che a questa radice con carattere geomorfo può essere attribuito il valore di «frattura, fenditura, scanalatura». Corrispondenti termini nel francese brèche, italiano breccia, spagnolo brecha, medio alto tedesco bresse, olandese bres(se), tedesco Bresche, inglese breach, che stanno tutti per «fenditura, breccia, apertura, scanalatura». Per questo il significato del nome Brixia si può spiegare con «luogo pieno di scanalature e fratture». Il francese brèche e i tedeschi bresse, Bresche avvalorano una origine celto-gallica del nome.
// Lino FranceschiniRiproduzione riservata © Giornale di Brescia
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