Il mio percorso per una bellissima escursione

AA

Si parte alla volta di Polaveno, poco prima dell’ultima frazione (Zoadello) al cartello segnaletico di Santa Maria del Giogo, si gira sulla destra: un paio di tornanti nell’abitato e poi lungo rettifilo fino a una grande curva sulla sinistra con possibilità di parcheggio. La direzione è nord come da paletto segnaletico, sullo sterrato che si dipana nel bosco ceduo e cespugli di scotano fino a arrivare a un bivio con una cappella e paletto segnaletico sulla sinistra dove si proseguirà. Tratto ora in ascesa fino a un tornante sulla sinistra che terminerà a un breve tratto pianeggiante fino al complesso notevole del Santuario di S. Maria del Giogo, con rifugetto degli alpini, chiesa conventuale con ospizio le cui origini storiche risalgono al 1367 con l’insediamento dei frati Cluniacensi e, successivamente dopo varie modifiche, i Benedettini dell’Abbazia di Rodengo (40’). La sosta all’attigua area di pic-nic è obbligatoria per il panorama mozzafiato sul lago d’Iseo e all’orizzonte una corona di monti innevati che si estende dall’estrema sinistra con il Gran Paradiso, monte Rosa, Orobie e Presolana. Si prosegue per breve discesa fino a quello che era un «rifugio», ora trattoria con terrazza vista lago, e al «giogo» vero e proprio con parcheggio per auto (risalenti o da Polaveno/Nistisino o da Sulzano). Il valico ha sempre rappresentato un punto di passaggio fra le due valli; già nella Campagna d’Italia, Napoleone passò con i suoi avamposti per scendere in Val Trompia. Bello slargo, alla destra, paletto segnaletico indicante: a destra segnavia BR n. 309 per Bergamenelli, poco innanzi, BR n. 311 per Gardone Vt (vecchia mulattiera) e dritti BA del 3 V, si prosegue dritti seguendo il crinale, il cui primo tratto è contraddistinto da un filare secolare di faggi, già «tesa» e su un piccolo doso il «casello» (ora casa vacanza). Sentiero alquanto accidentato e in costante pendenza considerevole fino a raggiungere un grande «roccolo con capanno» con il pianoro erboso sostenuto da un circolo di roccette; proseguendo altri piccoli roccoli e appostamenti di caccia fino ad arrivare a una selletta dove si lanciano i «parapendii» e ultimo strappo per arrivare al Rondone (55’, totale 1,35, mt 1.110).Panorama magnifico a 180°: a destra il lago e Montisola con la Madonna della Ceriola e dietro tutta la corona di monti predetti, a sinistra un’ampia vallata che inizia (destra) dai Prati di Domaro, con un settecentesco palazzo, poi in altro i Prati di Domaro con ampio caseggiato e sotto Pozzo, la Cucca, la Palazzzina con le rotondeggianti torrette, Pezzolo e altre piccole casette; dietro, in senso antiorario si nota il Monte Ario e la Corna Blacca, i Monti di Lodrino (Inferni, Caspai, Palo, Corne di Savallo) e dietro i monti dell’alto Garda, il Baldo e sulla sinistra uno spicchio del lago. Per una panoramica a N bisogna passare oltre la pineta e si rimane incantati dai monti della Valle Camonica che iniziano con la Concarena fino all’Adamello e Blumone. Si ridiscende per lo stesso tragitto fino a poco dopo il Santuario, dove al primo tornante si trova paletto segnaletico: a sinistra al parcheggio di partenza, dritti, dove proseguiremo, seguendo i segnavia BR sentiero degli «Elfi» e BA 3 V e «Capòss». Sentiero che s’inoltra nel bosco in costante ascesa incontrando in breve tempo grande roccolo e due piccole costruzioni e dopo un buon tratto e sempre a mezza costa si arriva sotto a una bella casetta con colonnato, dove abbandoniamo il sentiero per raggiungerla e si confluirà su una strada consorziale risalente dal parcheggio del mattino. Girando a destra seguiamo la stradina e subito dopo il tornante la abbandoniamo per risalire il dosso erboso della Colma. Nuovamente un magnifico panorama con particolare riferimento a sud che si estende fino agli Appennini. Si ridiscende sempre stando sul dosso fino a un simpatico agglomerato di casine «la Cuna» poi costeggiando sulla sinistra il bosco si arriva a un boschetto con grande roccolo e, sulla destra di questo ritroviamo i segnavia che proseguono dritti fiancheggiando ora una lunga rete metallica sulla destra terminando alla località Capòss proprio sulla strada. Ovviamente si gira sulla destra percorrendo la strada asfaltata con bella panoramica sulla valle di Gombio e in 20’ si arriva al parcheggio (h 1,40’.)

// Bruno Taglietti
Bovezzo

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