Il giusto equilibrio trovato nella scuola online dei miei figli

In questo periodo di scuole chiuse e didattica a distanza leggo spesso di genitori disorientati costretti a destreggiarsi nella giungla delle piattaforme, dei devices da condividere spesso tra più figli, nonché alle prese con le diverse scelte degli insegnanti nella strutturazione della didattica, tra chi richiede la presenza on line per diverse ore e chi invece si limita al solo invio di materiale. Ebbene desidero portare la mia esperienza di madre, perché ben raffigura questo giusto equilibrio: due figli alle medie e una nella prima classe della primaria dell’Istituto Comprensivo Ugo da Como di Lonato. L’esperienza degna di nota è in particolare quella alla primaria, perché, grazie anche ad un’équipe di maestre straordinarie, stiamo sperimentando una didattica innovativa, fatta di relazioni con i bambini, di lezioni on line ogni giorno per un’ora e mezza a piccoli gruppi, volte non solo a portare avanti il programma prestabilito con puntualità, ma fatte anche di piccole attenzioni verso i nostri piccoli studenti. Chi come mia figlia di fronte allo schermo del computer si metteva a piangere per il disagio nell’utilizzo di uno strumento a lei sconosciuto, è stato accompagnato passo dopo passo ad avere fiducia in sé e nell’insegnante che da lontano, ma al tempo stesso vicino, le ha dato gli strumenti per sentirsi coinvolta appieno nel percorsodidattico, e che ora, una volta collegata con la sua maestra e i compagni, mi dice di allontanarmi, perché può farcela benissimo da sola. Non immaginate la soddisfazione di un genitore nel vedere un percorso di crescita del genere. Impressionante è il percorso fatto da un compagno con problematiche relazionali, ripetente, che piano piano, grazie anche al tenace lavoro svolto dalle maestre in precedenza in classe, è stato accompagnato a rivedere i suoi rapporti con le insegnanti stesse e soprattutto con i compagni. Il bambino era fino a poco tempo prima marginalizzato, ma ora è vivo e partecipe nella vita di classe, ha riscoperto l’amore per la scuola, il bello di apprendere e la magia della classe unita e felice. Tra una lezione e l’altra, una merenda e una festa di compleanno, i bambini sono sempre tenuti uniti on line, con una parola per tutti e le nostre maestre, sempre disponibili al confronto, ci stanno accompagnando in questo momento unico nella nostra vita e in quella dei nostri figli. Considerando questa superba esperienza scolastica e visti i risultati raggiunti mi appello a chi abbia l’autorità per farlo, perché una delle maestre, Giovanna precaria della scuola, possa essere confermata con un posto di ruolo proprio nel posto vacante presso il nostro Istituto, perché porti avanti per i prossimi anni il cammino iniziato in questi primi mesi di scuola, lavorando serenamente alla costruzione dei futuri cittadini. Dopotutto come disse Maria Montessori: «Il bambino è un corpo che cresce e un’anima che si svolge» e «una prova del nostro agire educativo è la felicità del bambino». Niente di più vero: provare per credere.
// Serena Sperotto Gentile lettrice, da fine febbraio figli e nipoti si sono all’improvviso trovati privati dell’esperienza unica (anche se vissuta contradditoriamente) che è la frequentazione quotidiana di una scuola, vale a dire di un luogo dove per un certo numero di anni - quelli più importanti della nostra formazione - ci si trova insieme a dei compagni e a degli insegnanti. L’insegnamento a distanza, cui l’emergenza ha costretto e «ristretto» la scuola, è stata la risposta più semplice da mettere in campo per non lasciar soli e senza impegni i nostri studenti per un prolungato periodo di «quarantena». Era altresì scontato che questa soluzione avesse esiti alterni e valutazioni divergenti. Ma resto convinto che un atteggiamento positivo e aperto, e non pregiudizialmente critico o rinunciatario, alla fine faciliti sempre il raggiungimento di risultati significativi, magari anche a sorpresa. Soprattutto quando gli/le insegnanti, oltre alla competenza, mettono in campo passione e convinzione. Se tutto ciò contribuisce poi in qualche modo anche alla «felicità» dei bambini, tanto meglio di questi tempi così avari di momenti felici. (g.c.)Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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