Il flop dell’atletica e il ricordo di Vittorio Bonetti
Dopo le belle prestazioni mondiali di discipline quali la scherma ed il nuoto l’Italia «atletica» era attesa all’appuntamento iridato di Londra, ennesimo «flop» di una regina degli sport scaduta a... Cenerentola! Si erano difese bene, in precedenza le formazioni azzurre giovanili, ma questa ennesima, avvilente, prestazione dei nostri atleti non può essere sottaciuta. Eliminazioni al primo turno, prestazioni sottotono salvo i casi «eroici» del saltatore Tamberi, del maratoneta Meucci, dell’ostacolista Re, del martellista Lingua (affilata!) e di un paio di giovani che almeno hanno migliorato il «personale», trascinano sul fondo la nostra nazionale, preceduta nel medagliere da 40 nazioni e da altre che sono migliori nel computo dei punteggi che considerano la presenza-atleti negli otto finalisti. Che dire? Un disastro! I rimedi? Si parla (purtroppo parla e... basta) della scuola dove si svolge (quando si svolge) poca educazione fisica, si parla di strutture che latitano, si parla di spese eccessive della Federazione (quanto è costata la trasferta londinese?) o di incarichi assegnati ad allenatori stranieri(non ce ne sono di validi in Italia?) Chi «arriva» a fare il professionista nelle «varie» forze armate probabilmente si crogiola avendo uno stipendio sicuro: non potrebbe essere «buttato fuori» a seconda del rendimento? Parole dure, ma che evidenziano come i «nostri» virgulti siano fragili e deboli (troppi infortuni) se non addirittura allenati male. È un pensiero personale, ma mi chiedo, da sempre, perché abbiamo tanti talenti giovanili che si spengono... con l’andare del tempo. Stressati, spremuti, chissà? E intanto i settori giovanili e amatoriali sopportano spese sempre più alte per fare promozione o sollecitare all’attività chi non è più giovanissimo. Soldi, soldi, tanti soldi richiesti per gareggiare... a favore di chi? Di rappresentanti e dirigenti che non hanno vergogna di certe figuracce? Una cosa sola salvo in questa palude: i protagonisti della corsa in montagna e la professionalità di chi commenta in Tv appuntamenti prestigiosi dai quali usciamo sempre con le ossa rotte, sia sul piano figurativo che sul piano... concreto. Ultima spes la marcia….ma quo usque tandem, Fidal Italia, abutere patientia nostra? Fino a quando la Fidal abuserà della nostra pazienza? E, parlando di atletica, mi consenta di dedicare un pensiero al prof. Vittorio Bonetti, alpino recentemente... andato avanti, che all’atletica ha dedicato una vita, spesso gratuitamente.
// Paolo OrtolaniNave
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