Il coltello nella piaga dei contratti
Come da lettera apparsa l'11 aprile sulla Telecom da voi pubblicata, mi aggancio per mettere con dispiacere il coltello nella piaga. Nel febbraio 2009 firmo un contratto aziendale per ritornare in Telecom, ma fino a settembre non ricevo nulla. Mi contatta quindi un'operatrice per propormi di rientrare in Telecom, ma ero io che aspettavo il rientro. Questa Sig.ra Anna 122 mi conferma che il contratto non è più valido e devo firmarne uno nuovo a 45 €/mese + IVA tutto incluso e Alice Business, router WiFi e montaggio con tecnico gratuiti, senza canone fisso, pari a € 108 di fattura bimestrale. Due signori il 7 e 8 gennaio 2010 mi portano i nuovi contratti, comprensivo di quello dell'abitazione, che mi fanno firmare in bianco, a partire dal 18.12.09. A febbraio ricevo una fattura di Wind di € 40,87 oltre a quella della Telecom di € 459,00 = € 499,87 dello stesso periodo comprensiva di telefonate (€ 30,93), anticipo conversazioni (€ 80), noleggi, contributi e costi di installazione. Scrivo due fax (confermati) e una raccomandata a cui rispondono di rivolgermi al 191; inoltre inviano due SMS sul mio cellulare che il contratto è cambiato al costo di € 120 bimestrale. Oggi chiamo e mi rispondono che la questione è chiusa; posso però migrare al costo della penale di € 40 e che non sono tuttora allacciato alla linea telefonica di casa. L'ho tediata anche per confermarle che li ho minacciati, infatti ho promesso che con l'accaduto le avrei scritto per chiederle ospitalità. Pensavo che la vecchia Telecom fosse più seria dei nuovi operatori telefonici, ma siamo caduti veramente in basso. Grazie dell'attenzione e «grazie Telecom, a mai più», come Le ha scritto quel Sig. di Lonato che non termina la sua odissea: vedrà i costi!
Lettera firmata
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