Il caso Stg Group e il «discutibile» ruolo della Fiom
Approfitto dello spazio per una novella degna di un Paese Italia in balia di «parassiti» incapaci di vedere il bene comune... Esordio pesante, ma che dalla narrazione dei fatti potrà capire e forse fare sua questa battaglia contro un sistema incapace di fare il bene delle persone per privilegiare rendite di posizione e interessi del tutto personali. La storia inizia nel febbraio 2016 quando STG Group spa dichiara fallimento, il Giudice Delegato con un «pelo» fuori dal comune si accolla una gatta di quelle pesanti, decide visti gli atti, sentiti i lavoratori di concedere l’esercizio provvisorio del ramo italiano, salvando di fatto dei posti di lavoro (54 sono i dipendenti in forza di cui 32 attivi ed il resto in CIG...) nell’anno trascorso l’azienda sopravvive e pure guadagna qualcosa, oggi il Giudice ed i curatori hanno trovato un acquirente il quale promette di mantenere 33 posti di lavoro alle attuali condizioni (senza tagli su emolumenti o rivedere i contratti al ribasso... come sarebbe normale quando un’azienda fallita deve essere rilanciata...), e di più promette un piano di sviluppo nei prossimi anni che dovrebbe portare ad ulteriori assunzioni. Chiaramente non subito, le spese devono essere tenute sotto controllo nell’immediato, e come prevedibile, non tutta la forza lavoro è in linea con le prospettive future... Quindi con l’offerta di acquisto il nuovo proprietario si farebbe carico di salvare 32 posti di lavoro, l’azienda e l’indotto. Adesso la palla passa alla contrattazione con i sindacati, lo prevede la legge... sindacati che neppure hanno una rappresentanza in azienda in quanto considerati i dipendenti solo 3 o 4 sono iscritti alla Fiom, ma tanto basta perché i rappresentanti Fiom locali si arroghino il diritto di trattare e decidere per tutti i dipendenti, e senza neppure con loro consultarsi, anzi mettendoli di fatto di fronte alle scelte prese dal sindacato! Che bell’esempio di rappresentanza... ma veniamo al dunque la nuova proprietà, che ha presentato a detta di tutti una buona proposta, che salverebbe posti di lavoro preziosi, vuole entrare in possesso al più presto della STG per poter iniziare l’azione di rilancio e di investimento. Si tenga conto che nessuno voleva prendersi la STG... Diverse aste di vendita sono andate deserte e la prospettiva della liquidazione era l’unica soluzione ipotizzabile, fino a dicembre... La posizione della Fiom oggi, «dura e pura», è quella che o tutti i lavoratori vengono «salvati» o l’accordo non si fa... e come i delegati Fiom affrontano le trattative? Ecco il resoconto della trattativa di ieri 22/02/2017, incontro in STG a Calcinato ore 15.00, il delegato Fiom (sig…..) di Brescia arriva alle 15.55 e se ne va alle 16.02... gli avvocati dell'acquirente erano in azienda alle 14.40 e se ne sono andati solo alle 16.30 delusi da un atteggiamento che non è assolutamente aperto al dialogo e volto a trovare una soluzione come da essi stessi auspicata, in tempi brevi. La Fiom Brescia ha lasciato il tavolo della discussione ancora prima di entrarvi, adottando una «tecnica» dilatoria, volta a perdere tempo, volta a che cosa mi chiedo? C’è una proposta sul tavolo vera, seria e nell’interesse di molte famiglie: quella dell’acquirente, purtroppo non tutti i vecchi dipendenti verranno integrati nella nuova azienda, ma i posti di lavoro salvati non valgono più di quelli persi? E se l’acquirente, stanco da questi giochini, solo per ricevere delle sovvenzioni fuori busta e per giustificare una presenza, quella della Fiom, che non ha oggi alcun senso, non facendo affatto l’interesse dei lavoratori, se ne andasse? Quale sarebbe il danno? Chiaro che le giustificazioni saranno molte. E tutte di facciata, se Fiom volesse fare l’interesse dei lavoratori si sieda al tavolo e stia li fino al raggiungimento di un accordo... possibile! Io sono un dipendente che, oggi, vede il proprio posto di lavoro in bilico, e ci sarebbe una soluzione ma a qualcuno non interessa, tanto a fine mese quei delegati percepiscono comunque uno stipendio, anche interessante, pagato da chi? Da noi! Questa è l'Italia, dove chi non sa comanda... e fa danni! Completamente deluso! Chiedo perdono per la sinteticità e la narrazione un poco confusa.. ma sono molte e contrastanti le emozioni che oggi fluiscono in me.
// Ing. Massimo BettiCalcinato
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