Il calvario di chi cerca un lavoro
AA
Ho deciso di scrivere questa lettera perché, da ormai molto tempo, vivo una situazione drammatica e sconcertante e non so più a chi rivolgermi. Io sono un ragazzo di 25 anni e, come tante altre persone, sono alla disperata ricerca di un lavoro. Il mio problema consiste nel fatto che in 4 anni e mezzo l’unica occupazione da assicurato che ho trovato, è stata come inventarista per pochissimi giorni. Ho finito gli studi nel giugno del 2010 e da allora ho perso il conto di quante copie di curriculum io abbia inviato o portato di persona, e di quanti colloqui di lavoro io abbia affrontato. Sono anche iscritto al Centro per l’impiego e a quasi tutte le agenzie del lavoro di Brescia, ma questo non mi ha mai aiutato ad accedere al mondo lavorativo. Ho anche tentato alcune alternative, come il vpf1 militare e concorsi vari, ma anche con esse non ho mai avuto fortuna. Ho riflettuto anche sull’emigrare all’estero ma mi sono sempre trattenuto, essendo quasi senza esperienza lavorativa e senza laurea. A quest’ultimo proposito io ho deciso di non frequentare l’Università poiché ho sempre sperato di trovare un’occupazione che mi permettesse di maturare sul campo pratico. Recentemente mi sono candidato al progetto Dote Comune ma anche in esso non c’è stato niente da fare, perché i criteri di selezione si sono basati sugli studi e non sulle singole situazioni personali, cosa che ritengo insensata essendo un progetto di preferenza per persone inoccupate e disoccupate. In passato poi, mi sono anche recato negli uffici del Comune chiedendo di poter parlare della mia situazione con chi si occupa del settore del lavoro, come ad esempio un assessore, ma in base a quanto mi è stato detto, tale figura non esiste, cosa che successivamente ho scoperto essere falsa. La maggior parte degli annunci lavorativi, richiedono sempre esperienza o comunque persone automunite, requisiti assai paradossali dato che a quanto pare nessuno è disposto ad insegnare e dato che comprare e mantenere un veicolo, senza lavoro, è impensabile. L’altra fetta di annunci invece riguarda figure commerciali, come agenti porta a porta, con i quali ho avuto brutte esperienze e che ritengo di dubbia moralità. Io mi sono diplomato come Perito informatico, ma questo ha influenzato la mia ricerca di lavoro solamente nei primi mesi dopo la fine degli studi; in questi anni ho sempre cercato un qualsiasi lavoro onesto, indipendentemente dal settore, eppure incredibilmente nessuno mi ha mai dato l’occasione di iniziare. Io sono volenteroso e disposto anche a lavorare nei fine settimana e nei feriali, oltre ad essere pulito di aspetto e senza avere cattive abitudini; la mia unica «colpa», se così si può definire, consiste nel fatto che non ho raccomandazioni alle spalle, e mi ritrovo a pensare sempre più che nel bel Paese ormai contino solo quelle. Quindi mi ritrovo ancora qua, all’avvicinarsi del 2015, a dover dipendere e ad essere di peso alla mia famiglia, senza la possibilità di iniziare a farmi una vita propria, quando tanti posti lavorativi sono lasciati a persone inette e disoneste, o comunque che percepiscono stipendi senza lavorare veramente. Di conseguenza le seguenti domande conclusive sorgono spontanee: oltre ad essere un dovere, il lavoro non dovrebbe essere anche un diritto? Come si può, in una situazione come la mia, trovare uno spiraglio di luce? Matteo Agazzi Brescia
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