I tre bicchieri di vino di Aristofane
Sono un anziano signore di 87 anni, che pur avendo subìto tanti interventi chirurgici, e grossi problemi di salute, sta ancora bene, è autonomo e crede di aver trovato in una grande passione una sorta di elisir che magari non sarà di lunga vita, ma rende le mie giornate ancora interessanti e vivaci. La passione è quella per il vino inteso in un modo che mentre mi avvicina a tanti saggi dell'antichità, molto mi allontana dalle tante affermazioni generaliste oggi ricorrenti sui giornali. Tramite i giornali e la televisione oggi riceviamo le seguenti informazioni: - ogni anno in Italia si ingurgitano 14 lt. di alcol puro a testa; - l'alcol ha un potere devastante; - allarme alcolismo; - l'alcol è peggio della droga; - l'alcol come prima causa degli incidenti stradali ecc. ecc. Oggi sono state fatte tante leggi che vietano l'uso dell'alcol, viene dato ampia informazione sui pericoli dell'alcol, eppure poco ancora si fa sul suo corretto uso e sul valore culturale ed economico di una bevanda naturale, salutare e storicamente e socialmente antica in Italia cioè il vino. Se il vino lo si conosce e lo si apprezza, lo si rispetta e nel rispetto della bevanda c'è anche un rispetto per se stessi. L'agricoltore che fa il vino è artista, lavoratore, sognatore, edonista, così come noi quando abbiamo un buon rapporto con il vino, ma anche con il cibo recepiamo tutti questi aspetti, li accogliamo e li condividiamo con le persone che ci circondano. Aristofane nel 370 a.C. fa alcune considerazioni sull'uso corretto del bere: «tre bicchieri preparerò per gli uomini - il primo per la salute, il secondo per l'amore ed il piacere ed il terzo per il sonno. Quando questo bicchiere è vuoto, gli ospiti saggi tornano a casa. Il quarto bicchiere non appartiene più a noi ma alla violenza, il quinto alla esplosione delle passioni, il sesto alle intemperanze degli ubriachi, il settimo agli occhi neri, l'ottavo alle guardie, il nono agli attacchi di bile, il decimo alla pazzia». Se oggi si diffondesse anche questo semplice messaggio, forse non ci sarebbero così tanti attacchi contro il vino e tutto il mondo sociale ed economico che lo circonda.
Girolamo Zammarchi
Brescia
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