I Pgt si fanno da terra, non con le foto aeree

URBANISTICA
AA

Trovo in un intervento, relativamente recente, di Alessandro Benevolo sulla rivista locale «Città e Dintorni», spunti di riflessione di grande attualità. Benevolo esordisce affermando che il governo del territorio, è un argomento di rilevanza assoluta che deve essere al centro della politica del Pd. Benevolo richiamava l'attenzione sulla necessità di definire un'urbanistica più progressista e riformista e la necessità che il Pd, «nascente soggetto politico», esprimesse un'azione politica di rinnovamento in campo urbanistico.
Benevolo forniva due precisi suggerimenti al Pd. La necessità di trasparenza e partecipazione al fine di «…restare con i piedi per terra» (la partecipazione dei cittadini al Pgt deve diventare continua, organizzata, come strumento di «verifica e monitoraggio della pianificazione»); un secondo suggerimento riguarda l'abbattimento delle «divisioni di settore»: bisogna riflettere sugli assetti urbani e territoriali da diversi punti di vista, utilizzare cioè gli apporti di varie discipline come le scienze sociali, economiche, ecc.
Ascoltare quindi i cittadini, in tutte le fasi di elaborazione di un Pgt, e considerare la rilevanza sociale ed economica delle aree urbane mi sembra davvero la chiave di volta che decide la prospettiva progressista e riformista di un Pgt ovvero la sua involuzione regressiva in politiche tradizionali di consumo del suolo.
A volte ascoltando le presentazioni «asettiche» di certi progetti urbanistici si ha davvero la sensazione che il ruolo dei cittadini e la rilevanza sociale ed economica delle aree urbane siano fattori sostanzialmente irrilevanti. L'invito che a volte certi professionisti del territorio rivolgono alla politica, è una sorta di lusinga velata: si dice, infatti, che per avere una visione complessiva del territorio è utile guardarlo dall'alto, le moderne tecnologie mettono a disposizione foto aeree con belle immagini di completamento, suggestivamente rielaborate al computer, ecc.
L'affascinante visione dall'alto e il completamento armonioso di queste aree con nuove edificazioni appaga anche un nostro innato bisogno di «gestalt». Per esempio P.le Vivanti/Kossut visto da una foto aerea non è appagante, lo è molto di più con il completamento proposto; peccato che questa soluzione snaturi la funzione sociale di quell'area e faccia imbestialire coloro che ne sono diretti fruitori. A mio modesto parere hanno rilevanza sociale e anche urbanistica, più che le foto aeree e i rendering, le oltre 3.000 firme raccolte contro il condominio ipotizzato in Piazzale Vivanti.
L'indicazione che mi permetto di trarre dall'analisi di Benevolo consiste nel fatto che la politica che vuole amministrare in modo riformista non deve guardare dall'alto il territorio, non deve avere la testa fra le nuvole, immaginando trasformazioni meravigliose delle aree urbane. La politica deve tenere bene i piedi a terra: saper valutare se i territori, le aree urbane, i residui spazi verdi hanno una funzione sociale e interrogarsi sulle implicazioni sociali. Ci si renderebbe conto che le modifiche immaginate dall'alto possono peggiorare la qualità della vita delle persone: di coloro cioè che vivono quei territori e ambiti urbani.
Benevolo inoltre ricorda che la genuina necessità di accrescimento e riconversione delle aree urbane avviene, eludendo tutte le implicazioni economiche. La concertazione tra ente pubblico e operatori privati (immobiliari o altri) non può mai essere equa se non si è consapevoli delle grandezze economiche in gioco: la convenienza privata è sempre eccezionale!
Le conclusioni che traggo riguardano la politica urbanistica del Pd nelle realtà locali: la necessità ed urgenza di consolidare politiche riformiste e innovative del territorio, abbandonando l'ormai pericolosa politica degli «oneri di urbanizzazione per opere sociali». Volgarmente: «Fare cassa, edificando!». Andando avanti con nuove lottizzazioni, convenzioni, permute, ecc. che implicano nuove urbanizzazioni si rischia di creare più problemi di bilancio e di servizi ai cittadini, di quelli che, a volte anche in buona fede, si vuole risolvere.
Naturalmente questa che può essere una regola generale per il buon governo locale, diventa un obbligo etico, oltre che politico, per le aree compiutamente urbanizzate nelle quali il territorio da «consumare» è ormai ridotto ai minimi termini. Ho l'impressione che anche laddove politiche di bilancio più coraggiose e innovative che consentono di programmare servizi e opere sociali rilevanti per la popolazione, senza ulteriori edificazioni, vengano sfiduciate in favore della più attraente e sbrigativa politica degli oneri, restando ingenuamente ammaliati dal «fascino discreto» delle lottizzazioni.
Recentemente l'ex assessore regionale alla Casa, Mario Scotti, aveva ricordato in un convegno che in Lombardia viviamo una intricata e pesante contraddizione: consumo del suolo, case invendute, costi elevati, famiglie in cerca di abitazione e penuria di case in affitto!
Fortunatamente la prospettiva non è sempre così negativa. Mi è stato fatto presente, infatti, che nella mozione politica del candidato alla segreteria provinciale Pd, Frati, era chiaramente indicato l'imperativo: «Basta oneri per opere sociali». Confesso la grave svista. Ma oltre alle dichiarazioni, ci sono anche esempi di politiche virtuose: è il caso del Comune di Collebeato con il progetto di acquistare nuove aree per ampliare il Parco del Mella, senza scambi o sperequazioni di nessun genere.
Non possiamo però nasconderci situazioni che, personalmente, colloco sul versante negativo come, per esempio, la propensione ad edificare in spazi verdi pubblici: un esempio simile pare quello prospettato nel comune di Nave. E che dire del comune di Bovezzo? Il mio paesello è poco distante da Collebeato, ma confina con Nave e attualmente vive tutta l'incertezza e le pericolose ambiguità riconoscibili in questa geo-politica dei confini. Usciamo dalle contraddizioni: a Bovezzo non esiste una domanda sociale di abitazioni, rinnoviamo invece l'impegno delle precedenti amministrazioni di centrosinistra, teso a migliorare i servizi e la qualità della vita dei nostri concittadini.
Claudio Beretta
Consigliere comunale
Bovezzo

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato