I disagi del quartiere di Mompiano

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Con l'inizio del campionato di calcio per un eccesso di motivi di sicurezza il Comune ha deciso di interdire l'accesso a gran parte del quartiere di Mompiano ai non residenti per 7 ore (da 5 ore prima a 2 ore dopo la partita).
Quindi Mompiano è di fatto militarizzata, viene menomata la libertà dei cittadini di spostarsi liberamente, ed è ben poca cosa il fatto di concedere l'ingresso ai residenti, previa l'antipatica procedura di mostrare i documenti alle forze dell'ordine.
Oltre al disagio dei mompianesi, il vulnus è grave per di tutti i cittadini. È per chi vuole andare a trovare parenti e amici, per chi vuole andare in un bar o in una pizzeria, per chi vuole andare al cimitero, etc. etc.
E alla violazione della libertà dei cittadini si assommano certamente un gravissimo danno economico per il commercio ed i pubblici esercizi e la spesa e il danno non indifferente per gli straordinari per i vigili urbani o per i recuperi orari che li sottrarranno a compiti d'istituto più appropriati e necessari.
Ma se questi sono i disagi sarebbe opportuno conoscere il perché di questa scelta draconiana e peggiorativa rispetto al passato, visto che il Brescia di campionati in serie A ne ha già fatti altri e non secoli fa, probabilmente qualche anno fa non c'era l'enfatizzazione del rischio violenza, non esistevano osservatori di vario genere, non esistevano personaggi che facevano studi sociologici sul problema ma i rischi erano gli stessi. Anzi con la tessera del tifoso (a mio avviso inutile), con tornelli elettronici, con gli steward, con svariate barriere prima di entrare nello stadio, con un sacco di telecamere e con un po' di intelligence (che spero le forze dell'ordine svolgano i rischi sono minori). E aiuta certamente anche la diminuzione forte e irreversibile degli spettatori creata dalle pay-tv e dalle scocciature che si devono subire per entrare allo stadio come 5 controlli del biglietto e odiosi palpeggiamenti (e addirittura mani infilate nelle tasche) da parte degli steward alla ricerca di pericolosi accendini (peso 11 grammi) anche a persone anziane e dall'aspetto non certo pericoloso.
Oltretutto quest'anno non sono previste partite ad elevato rischio quali quelle con l'Atalanta ed il Verona. Per tutti questi motivi il provvedimento di chiusura per 7 ore è immotivato ed assurdo per 19 giornate e domenica scorsa ne è stata un chiaro esempio: i tifosi del Palermo saranno stati al massimo una ventina. Può darsi che per qualche partita a rischio sia necessario, ma allora si decida situazione per situazione, con dati precisi che giustifichino la scelta: numero degli ospiti, caratteristiche della tifoseria, elementi di intelligence, etc.
Ma se a tutta prima la scelta fatta è priva di serie motivazioni e denuncia una superficialità dell'Amministrazione comunale, può darsi che vi siano intenti furbeschi e non dichiarati. L'attuale Amministrazione comunale vuole realizzare un nuovo stadio nelle cave di Buffalora, con una grossa operazione di valorizzazione di aree private attualmente senza alcun valore, rinunciando ad una ristrutturazione in loco poco costosa e rispettosa di una tradizione consolidata.
Questa scelta non è accolta positivamente dai tifosi, da chi non accetta di avere uno stadio in una zona umida e nebbiosa, da chi non vuole una ulteriore cementificazione, da chi non vuole vedere sorgere condomini e centri commerciali a Mompiano in un sedime comunque verde.
Ed ecco allora un bel cavallo di Troia: disagi a Mompiano, esasperazione dei cittadini, danni per i commercianti. Alla fine di questo percorso, e già se ne vedono le avvisaglie, tutti invocheranno il Comune di eliminare lo stadio a Mompiano e per l'insediamento di Buffalora si passerà dalla contrarietà al consenso, come minor danno possibile.
«Elementare Watson» direbbe il protagonista dei romanzi di Conan Doyle.
Spero comunque che nell'interesse della tutela della sacrosanta libertà dei cittadini vi sia un ripensamento sulla assurda militarizzazione di un'ampia zona della città, ricorrendo ad un sano pragmatismo e alle esperienze del passato ed in caso contrario che qualcuno si rivolga al Tribunale Amministrativo Regionale per l'annullamento di un provvedimento privo di fondate motivazioni.
Gianni Gei
Corte Franca

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