I defunti non pagano Tasi e neppure Tari (se non dovuta)

AA
Sul Giornale di Brescia del 5 luglio è stata pubblicata una lettera in cui il sig. Siro Franceschini, portando l’esempio della mamma scomparsa nel 2008, asserisce che «a Brescia, anche i morti pagano la Tasi». Niente di più falso: nessuno degli 8000 comuni italiani fa pagare la Tasi ai defunti. E ci mancherebbe! Il sig. Franceschini confonde la Tasi (pagata da proprietari ed affittuari, solo se la casa ha un valore sufficientemente elevato) con la Tari (la tassa sui rifiuti). Ovviamente, nessun dipartito paga né la Tasi né la Tari. Va chiarito che la Tari è dovuta solo da chi utilizza un immobile (nel caso del sig. Franceschini, la casa della mamma). Se l’immobile non è utilizzato, invece, la Tari non si paga. Come spiegai al sig. Franceschini, per evitare di versare la Tari, sarebbe bastato chiudere tutte le utenze (acqua, luce e gas), dimostrando così che la casa era inutilizzabile. Perché questa regola? Perché, in sua assenza, chiunque potrebbe dichiarare il falso, cioè di non utilizzare un immobile, evadendo così la Tari ma continuando ad usare l’immobile (occupandolo o affittandolo): come spesso avviene, il comportamento dei disonesti danneggia tanti contribuenti onesti e comporta l’introduzione di regole a «prova di furbo». Il sig. Franceschini mi spiegò che, per proprie esigenze, preferiva mantenere in essere alcune utenze e, quindi, implicitamente, decise di pagare la Tari. Come si può ben vedere, non vi è nessuna vessazione ma si è di fronte alla libera scelta di un contribuente. Comè finita la vicenda? Nel 2014, il sig. Franceschini ha chiuso le utenze e da allora non paga più la Tari. // Paolo Panteghini assessore alle Risorse e al Bilancio

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato