Ho visto investire l’amico che in bici saliva in Maddalena

Domenica 29 dicembre eravamo tutti e tre nel giorno sbagliato, nel posto sbagliato, all’orario sbagliato. Stavo risalendo la Maddalena in MTB insieme a Fabio, solitamente non facciamo mai strada, non mi piace ma volevamo stare al sole, Fabio era davanti a me di circa un metro neanche, forse un po’ più spostato verso sinistra, improvvisamente poco prima del civico 1 di via Maddalena ho avuto una sensazione, un’ombra e un istante dopo una bomba, un rumore fortissimo, mai sentito prima, un secondo e non sapevo più dove fossi, smarrito, Fabio improvvisamente era scomparso, alzo lo sguardo e lo vedo in aria, alto, ho emesso un rauco: Fabiooo... era abbastanza verticale, poi si è piegato in avanti raggomitolandosi ed è rovinato dopo un volo pauroso con la testa sulle pietre del muretto adiacente la strada. Ho messo la mano davanti agli occhi dopo che lo ho visto a terra, immobile, ci ho messo una ventina di secondi per farmi venire il coraggio di avvicinarmi, mi sono detto è morto. Mi sono avvicinato, rantolava, poi ha cercato dopo poco come reazione lui stesso mentre lo chiamavo Fabio, Fabio di spostarsi dalla posizione dove era nello scolo laterale dell’acqua e lo abbiamo spostato di qualche centimetro mettendolo di schiena. Nel frattempo due ciclisti che erano più avanti di noi di almeno 100 metri sentendo la gran botta sono tornati subito indietro a dare una mano, per quel poco che si può fare in questi casi, poi sono arrivati altri. Io la macchina non la ho nemmeno vista, né prima né durante, la ho vista solo dopo in fondo, come chi guidava la macchina non ha visto noi, in quel punto esatto spuntava tra le piante il sole basso, il conducente è stato abbagliato, difatti alcuni ragazzi che sono sopraggiunti mi hanno detto... da qui non si vede niente... I vigili stessi arrivati dopo mezz’ora, hanno investito il triangolo rosso schiacciandolo sotto le gomme per lo stesso problema. Questo non giustifica però la velocità elevatissima con cui il ragazzo sopraggiungeva. Ma non era il solo a correre, tanto che alcune macchine hanno inchiodato, giungendo dietro al furgone fermo della Polizia locale, evidentemente la strada della Maddalena, essendo larga, induce a tirarci dentro... soprattutto di domenica quando è piena di escursionisti. Perché ho raccontato questi dettagli? Perché io non sono un utente social, ma mi è stato riferito che poi sulla pagina facebook di GdB si sono susseguiti commenti di vario genere. Ora va di moda, soprattutto per i codardi che si nascondono dietro alla tastiera, sputare sentenze non conoscendo minimamente i fatti. Purtroppo questi signori molte volte si nascondo pure dietro a nickname, nemmeno hanno il coraggio di dire chi sono, dove abitano, perché non avrebbero mai il coraggio di dire di persona quello che scrivono, pusillanimi. Domenica in Maddalena c’era mezzo mondo: ciclisti, gente a piedi sulla strada, alcuni che facevano fondo con quegli aggeggi con le rotelle, novelli piloti di Formula 1 anche su auto di grossa cilindrata... etc... etc... etc... Io consiglierei ai signori ufficiali della Polizia Locale, e sicuramente anche le casse comunali ringrazierebbero, di mettere la domenica mattina 4 multavelox sulla strada della Maddalena, vediamo quanti vanno sotto i 50 km orari, e poi multare i ciclisti e i pedoni che invece di andare in fila o sul marciapiede, ove esista, vanno in tre quattro, sulla sede stradale procurando pericolo alla circolazione, così mettiamo tutti sullo stesso piano, tutti davanti alle loro responsabilità. Io comunque sono un ciclista, anche se da off-road Mtb, personalmente avrei paura a circolare su strada con una bici da corsa, ma al contempo sono anche un autista, molti ciclisti devono essere piu disciplinati, e molti autisti dovrebbero rifare l’esame della patente.
// Giulio ScaroniGussago
Gentile amico, per fortuna in questo caso non siamo qui a piangere l’ennesima tragedia dopo un investimento: negli ultimi tempi ciclisti e pedoni sono - lo dimostrano anche i due morti di cui diamo notizia oggi - le vittime più frequenti degli incidenti stradali. Anche lei fortunatamente può raccontarci la sua testimonianza sull’accaduto in Maddalena. Ma non ci si può affidare alla fortuna, nei limiti del possibile occorre prevenire e i controlli rientrano in questo genere di interventi. Anche i controlli più stringenti, tuttavia, pur avendo un sicuro effetto dissuasivo, non potranno mai abbattere del tutto l’incidentalità sulle strade. Perché molto dipende e sempre dipenderà dai comportamenti responsabili (o irresponsabili) dei vari utenti: automobilisti, camionisti, motociclisti, ciclisti e pedoni. Purtroppo nel nostro Paese, come scrive un editorialista a pagina 7 del GdB, c’è però una diffusa propensione a interpretare il Codice della strada, come gran parte delle regole che dovrebbero garantirci una civile convivenza, «ad uso e consumo della volontà dei singoli». E questo complica davvero il compito di rendere le strade più sicure per tutti. In Maddalena e nel resto del Bresciano. (g. c.)
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