Ho pagato la sanzione ma il sito non funziona ed ecco un’altra multa

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Le scrivo per raccontare una vicenda che mi è capitata negli scorsi mesi con il comando di Polizia Provinciale di Brescia. A giugno di quest’anno sono stato una delle tante «vittime» dell’autovelox in direzione lago di Iseo di cui anche voi avete scritto in passato, e oggetto di più di un esposto da parte del Codacons. Detto ciò, l’errore è stato mio (di circa 10 chilometri all’ora sopra il limite) e quindi ho pagato, collegandomi al sito della Polizia di Brescia per dichiarare i miei dati utili alla decurtazione dei punti patente. Il sito della Polizia funzionava come un perfetto esempio di tecnologia informatica da ente pubblico, quindi con numerosi time-out e problemi di verifica di corretta registrazione dei dati. Per ulteriore sicurezza, ho anche inviato una lettera (a mie spese) al comando di polizia specificando i miei dati personali. Nonostante ciò, dopo tre mesi mi è arrivata la richiesta di pagare ulteriori 219 euro per mancata segnalazione dei miei dati personali. Stupito della cosa, ho contattato subito il comando di Polizia Provinciale inviando una mail con in copia il Comandante di Polizia Provinciale e dichiarando - per la terza volta! - i miei dati personali e pregando di darmi riscontro a breve prima di vedermi aumentare di nuovo la multa. Dopo i cinque giorni nessuna risposta. Adesso, mi trovo costretto a pagare questa ingiusta gabella per evitare un ulteriore aumento.

// David Turner
Torino
Gentile amico, non credo sia piacevole dover mettere in piazza le proprie vicissitudini, incluse le sanzioni subite per la violazione del Codice della Strada, e vorremmo sinceramente anche noi, come giornale, evitare di doverci troppo spesso occupare di simili cose. Se diamo spazio alla sua lettera, come lo abbiamo dato ad altre situazioni di contenzioso con un ente pubblico, è perché riteniamo fondamentale segnalare le falle nella pubblica amministrazione (in teoria impegnata al servizio del cittadino) al fine di «aiutare» le diverse amministrazioni a porvi rimedio. Si tratti di una app come Immuni o Io, di servizi di prenotazione sanitaria, di fisco o riscossione delle multe.... Insomma, ci ritroviamo a lavare i panni sporchi in pubblico perché crediamo che una pubblica amministrazione sia tanto più efficiente nel funzionamento ed efficace nel raggiungere i risultati, quanto più riesca ad essere «amichevole» (il famoso «friendly» anglosassone) verso il cittadino che deve interagire con essa. Tutto il contrario, cioè, di quanto spesso avviene, con il cittadino che si sente oltre che bastonato anche beffato. (g.c.)

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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