Ho due domande. Chiedo risposte a Inps e Comune

Chiedo scusa per il disturbo, ma non saprei proprio a chi rivolgermi, per risolvere un paio di questioni. Essendo un vostro lettore da sempre, ho 80 anni, leggendo la rubrica delle lettere al Direttore, ho potuto constatare che, certe volte, con l’autorevolezza del nostro giornale, siete riusciti a far intervenire chi di dovere. Il primo quesito è: perché, dopo 16 anni che la pensione di mia moglie veniva accreditata sul mio conto corrente, dove lei comunque aveva la facoltà di firma, quest’anno, a febbraio, Inps ha interrotto i versamenti, naturalmente senza inviare la benché minima comunicazione, costringendomi ad aprire un nuovo c/c cointestato con relative spese, visto che quello in essere è esente. Il secondo quesito: la settimana scorsa ho rinnovato la carta d’identità di mia sorella, Anna, classe 1936, perciò ottantanovenne, con problemi di memoria, ecc. Naturalmente, vista l’età, non ha il cellulare e tanto meno il computer. Questa mattina ho provato ad attivare la nuova Cie e, sorpresa delle sorprese, devo dare un numero di telefono diverso dal mio. In pratica dovrei acquistare un cellulare nuovo, fare il contratto per l’attivazione e pagare tutti i mesi una cifra solo per poter usare la Cie magari 3 o 4 volte all’anno. Domanda: ma a Roma si rendono conto di quanti disagi stanno arrecando ad una popolazione non digitale e sempre più anziana? Ringrazio per la vostra pazienza nel leggere questa mia, ma sinceramente, visto che comunque ho già interpellato l’ufficio anagrafe del mio Comune, senza alcun risultato, con qualcuno dovevo sfogarmi. Non si meraviglino a Roma, se poi la gente non va più a votare.
Aldo CicoliPrevalle
Caro Aldo, ricevere lettere come la sua è un onore, oltre che un piacere, perché restituisce l’idea di un giornale che può essere utile. A due soggetti. A lei, per primo, confidando che gli enti chiamati in causa colgano l’occasione per farsi intendere, chiarire, spiegare. E a noi, intesi come tutti i lettori, per secondi, toccando con mano i limiti e non soltanto le potenzialità della digitalizzazione. Solo prendendo consapevolezza delle storture si possono sanare. Un’opportunità che diventa necessità e urgenza quando si tratta di persone anziane e fragili, che la comunità ha il dovere di tutelare nei fatti e non soltanto a parole. (g. bar.)
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