Gli allevatori divisi sono tutti danneggiati

Il dott. Gianni Bonfadini, nel suo articolo online sulle quote latte del 12 agosto (rubrica "Fritto Misto"), avanza il sospetto che sulla questione quote latte vi siano 2 categorie: gli allevatori furbi, ovvero quelli che ancor oggi dopo 30 anni, dopo mille peripezie di ogni genere, ancora si oppongono alla dissennata applicazione di un regime cessato 7 anni fa. E gli allevatori tonti, ovvero quelli che, ascoltando i consigli della triplice sindacale, hanno pagato le multe ed acquistato le quote latte. Questa divisione per certi versi acerrima è stata voluta e fomentata dalle organizzazioni sindacali per spaccare alla fonte quel movimento di protesta che a fine anni 90 stava seriamente mettendo in crisi l’apparato sindacale.
V’è da dire che non sono occorsi parecchi sforzi per mettere agricoltori gli uni contro gli altri. È bastato additare chi non si è piegato all’acquisto delle quote come un truffatore ed il gioco era fatto. Ma nella realtà dei fatti, quella economica, non c ‘è stato nessun furbo e nessun tonto. Tutti sono stati danneggiati chi per un verso chi per l’altro. Chi ha pagato le multe a rate senza interessi ha potuto incassare i contributi pac ed accedere ai fondi del psr, diversamente da chi non le ha pagate, i contributi pac sono stati utilizzati per la compensazione delle multe avendo il divieto di accedere ai fondi del psr.
Solo un ultimo appunto riferito alle recenti manifestazioni di protesta di COPAGRI Lombardia contro i pignoramenti notificati da Agenzia delle entrate da metà luglio finalizzati alla riscossione delle multe latte. Questi pignoramenti a quanto è dato capire sono arrivati in quanto nei confronti delle cartelle esattoriali notificate da settembre 2021 non è stata chiesta la sospensiva. O meglio è stata chiesta d’urgenza solo alla notifica dei pignoramenti ovvero a luglio 2022. Il presidente di COPAGRI Lombardia lo ammette candidamente sul Giornale di Brescia del 7 agosto: "...Per Roberto Cavaliere adesso (il 15 luglio 2022 ndr) il passo più urgente è fermare le cartelle esattoriali" (notificate da settembre 2021, ndr). ”Per farlo la settimana scorsa abbiamo depositato al Tar cittadino la richiesta di sospensiva dei pagamenti – spiega – che il tribunale sta valutando…”.
Ad ulteriore riprova basta leggere uno degli innumerevoli decreti chiesti d’urgenza al Tar Brescia per tentare di sospendere le cartelle esattoriali ricevute da settembre 2021; fra le altre cose si afferma: “…l’azienda agricola ricorrente ha impugnato ( nel settembre scorso, ndr) i provvedimenti con i quali l’Agenzia per la riscossione, per conto di AGEA, ha intimato il pagamento delle somme asseritamente dovute a titolo di prelievo supplementare latte sulle consegne, oltre a interessi e oneri di riscossioni, senza peraltro domandarne incidentalmente la sospensione; con istanza notificata alle controparti in data 15 luglio 2022 e depositata in pari data, la deducente ha domandato la sospensione dell’esecutività di tali atti…”.
Ad ulteriore riprova di ciò e a parte qualche eccezione sembra che oggi il problema dei pignoramenti e in via generale di azioni esecutive finalizzate alla riscossione delle multe sia circoscritto agli allevatori aderenti a COPAGRI Lombardia in quanto gli allevatori di altre provincie e regioni si sono immediatamente opposti alle cartelle esattoriali ottenendone quasi sempre provvedimenti giurisdizionali favorevoli indispensabili a scongiurare e neutralizzare azioni esecutive di Agenzia delle entrate.
Insomma. Descrivere anche per sommi capi la trentennale vicenda delle quote latte necessiterebbe quantomeno di un enciclopedia anche solo per catalogare l’impressionante stratificazione legislativa sovrapposta ed interposta nel corso del tempo. Senza parlare delle decine di commissioni d’indagine, d’inchiesta e task force varie che quasi sempre hanno additato le autorità statali e regionali come le principali responsabili della illegale ed illegittima applicazione del regime quote latte in Italia. A riprova di ciò giova ricordare le recenti sentenze della corte di giustizia europea che hanno sancito il contrasto della normativa nazionale con quella europea riferita ai metodi di calcolo delle multe latte. La conseguenza è che i tar territorialmente competenti e il consiglio di stato stanno sospendendo ed annullando i prelievi ed anche le conseguenti cartelle esattoriali.
(Lettera firmata)
Caro lettore, innanzitutto grazie per la bella lettera, che dimostra la volontà di contribuire alla discussione su questo tema. Le rubriche online non hanno i commenti aperti al pubblico, ma le mail che arrivano agli autori vengono pubblicate volentieri qui e sui social, rispettando la volontà di pubblicare o meno l'identità del lettore. In questo caso, lei ha chiesto la riservatezza dei suoi dati per cui la pubblichiamo in forma anonima. Che non toglie valore al suo messaggio. Abbiamo chiesto a Bonfadini di mandarci un suo cenno di riscontro. Eccolo: "E' certamente fuor di dubbio che una storia che si trascina da trent'anni lascia sul campo solo feriti. Ma è anche vero, credo, che al di là ed oltre agli aspetti economici che - forse - le due parti si equiparano, resta il fatto che qualcuno ha pagato le multe e ha provveduto ad acquistare quote per continuare a produrre, e qualcun altro no. Adesso c'è una sentenza che bisognerà onorare (a questo punto alla svelta), molti altri avevano deciso di onorare quel che dovevano molti anni fa”. (a.m.)
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