Giovani e bullismo. Fenomeno grave, meglio affrontarlo

Lettere al direttore
Lettere al direttore
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Sulla stampa, sui social, in famiglia, il tema bullismo è entrato prepotentemente in tutta la sua gravità, visti anche i recenti suicidi di giovani. Certamente la scuola, grande palestra di vita, anzi palestra dove si insegna a vivere (si dovrebbe) è un terreno molto fertile, terreno ove i semi del bullismo possono germogliare con facilità. Io penso che nessuna persona nasca portatrice nel Dna di bullismo. Il bullo, persona fragile, persona che non rispetta l’altro, che non accetta l’altro, spesso non accetta se stesso. Come si difende da soggetto fragile? Ribalta la propria fragilità in forza, in prevaricazione, in violenza. Certamente l’aula scolastica può diventare il luogo ideale per dare vita alla fragilità che alberga in un corpo di adolescente, corpo già in movimento ormonale (madre natura), l’età adolescenziale, età che rende misteriosi i nostri giovani, se l’adolescente incontra il mostro del bullismo può succedere di tutto. La mia lunga esperienza scolastica mi permette qualche riflessione. A scuola i ragazzi vivono con coetanei, a scuola entrano con lo zainetto carico di vissuti in famiglia, con gli amici e con nemici, con i vissuti sulla piazza, con i vissuti sui social. Il cyberbullismo è sicuramente un quasi Fentanyl che può portare a gesti tragici. Gli adulti di riferimento hanno un ruolo fondamentale per aiutare le vittime ed i carnefici? Sono convinta di sì. L’adulto maestro in classe deve saper cogliere con l’ascolto vero, con lo sguardo di ritorno, con la fiducia, (non con l’omertà), deve cogliere il grido d’aiuto dei giovani e intervenire con gentilezza e attenzione educativa. Il bullo/la bulla abbracciano spesso l’adulto che apre loro cuore e orecchi. Una bella esperienza che ricordo benissimo, un allievo bulletto, spesso si aggirava in zona presidenza (quasi sempre porta aperta), lungo il corridoio faceva il bullo con altri studenti. Violando la privacy, lo ripresi con il cellulare. Il giorno successivo, sistemato bene il video, avvisai i genitori, mi diedero l’ok per procedere, lo convocai in presidenza, guardò il brevissimo filmato, rosso paonazzo pianse, si scusò, l’abbracciai. Bullo filmato, bullo bloccato. Proseguì gli studi con ottimi risultati. Purtroppo bisogna anche non far finta che non esistano adulti di riferimento che sono campioni di bullismo.

Ermelina Ravelli
La preside (un po’ bulla)

Cara Ermelina, abbiamo molto rispetto di ciò che ha fatto per una vita, insegnante prima e preside poi. Non entreremo perciò in disputa sulle caratteristiche psicologiche che distinguono un bullo, né su quale sia la risposta adeguata per contrastarlo: diffidando delle ricette facili, vogliamo evitare di dispensarne a nostra volta. Ci limitiamo dunque a rendere esplicito il fenomeno, invitando ciascuno a tener alta la guardia, a vigilare, mettersi «in ascolto». Che di una cosa, quella sì, siamo certi, cioè che l’indifferenza, la disattenzione, la distrazione sono i terreni dove il bullismo germoglia e si estende, diventando pericoloso. (g. bar.)

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